02 Novembre 2015, 11:22
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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – L’amarezza, a caldo, è difficile da nascondere. Giulio Griccioli ci credeva, nonostante tutto, ad una rimonta vincente della sua Orlandina. Varese si è dimostrata più in palla e alla fine la serie di vittorie al Palafantozzi crolla proprio nel momento di massimo entusiasmo, con la testa della classifica a soli due punti: “Potevamo essere qui a commentare una partita un po’ diversa. Sinceramente fa male, perché volevamo dare continuità alle prime quattro gare nelle quali siamo andati oltre le nostre potenzialità. Oggi abbiamo pagato un inizio molto brutto, soprattutto in attacco, con otto punti segnati e due di valutazione. Numeri che parlano da soli. Abbiamo iniziato a difendere troppo tardi, siamo sempre stati sotto scacco del loro ritmo e della loro fisicità. Negli ultimi due quarti è cambiato molto, soprattutto difensivamente, senza fare nulla di diverso. Anche lì, però, sarebbe servito buttar dentro un paio di palloni. Fargli segnare meno di dodici nel secondo quarto sarebbe stato veramente difficile”.
Le lacune dell’Orlandina, in una partita di tale importanza, sono venute fuori tutte: “Stiamo cercando di mascherare le nostre assenze, oggi dovevamo portarla a casa e non ci siamo riusciti. Se pensiamo ai tiri da sotto di Nicevic e Ilievski nel finale, magari staremmo a parlare di una partita diversa. Credo che questo sia in linea con le nostre caratteristiche, ma sappiamo di dover fronteggiare anche momenti di questo genere”. È mancata soprattutto la spinta dei big: “Jasaitis alla fine ne ha fatti 17, ma all’inizio gli sono usciti molti tiri. Magari ci ha fatto vacillare un po’ questa cosa, nel secondo quarto eravamo nervosi perché volevamo segnare per forza. Se non si esegue nel modo giusto, però, è difficile far canestro. La partita è stata rimessa in piedi semplicemente con maggiore attenzione e senza ansia. Tutto, secondo me, è partito da una diversa sicurezza in difesa”.
Inutile adesso piangersi addosso. Gli errori, con tanti giovani in campo, serviranno solo per crescere: “Finché non si cade più volte nello stesso errore, certe cose possono capitare. Spero che i tifosi siano felici lo stesso di quel che stiamo facendo, alla fine ce la siamo giocati per vincere. Non dimentichiamo che un mese e mezzo fa, nel torneo di Trapani, in pochi avrebbero avuto la fiducia che c’è oggi nei nostri confronti. Siamo incappati in un inizio non buono che ci ha condizionato. Pur facendo bene ci abbiamo messo troppo tempo per fare canestro. C’è dispiacere perché volevamo vincere a tutti i costi, ma c’è consapevolezza di non essere i Boston Celtics dei tempi migliori”. Testa al prossimo match ora, una trasferta importante in chiave salvezza: “La partita a Caserta è alla nostra portata, dobbiamo resettare e riprenderci i due punti lasciati per strada oggi”.
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02 Novembre 2015, 11:22