24 Novembre 2015, 13:57
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PALERMO – “Sappiamo bene che questa mozione non passerà. Ma dobbiamo mettere fine a questa ipocrisia”. È lo stesso Giancarlo Cancelleri a scegliere la “via dell’onestà” nel presentare i veri obiettivi e le vere motivazioni alla base dell’atto d’accusa contro Crocetta, presentato oggi a Palazzo dei Normanni. Una mozione che non punta alla sfiducia, ma a mettere in luce le contraddizioni di una maggioranza sempre più litigiosa. “Questa – spiega infatti il deputato – non è una mozione di sfiducia al presidente della Regione. Crocetta non esiste più né sullo scenario politico né nella considerazione dell’opinione pubblica. Non governa e non riesce a rimettere in piedi una Sicilia che oggi è fanalino di coda dell’Europa. I dati Istat e dello Svimez sono impietosi. Siamo indietro persino a chi era ultimo qualche anno fa”.
Così, come detto, il vero obiettivo sono i parlamentari che sostengono il governo: “Abbiamo sentito in questi mesi – prosegue Cancelleri – chi ha detto che si è spenta la luce, chi ha spiegato che si deve andare a votare, chi ha minacciato che i soldi alla Sicilia non arriveranno se non verranno sistemate le questioni politiche. Parole da irresponsabili. Adesso chiediamo a tutti loro: sono in grado di far seguire le parole ai fatti?”. E l’attacco non risparmia ovviamente il Pd: “Un partito di maggioranza – dice Cancelleri – che non sa nemmeno scegliere un capogruppo, pensa di nominare un transfuga come Sammartino e poi rimette in discussione quella nomina evidentemente ridicola. Ormai si va avanti solo col gossip. Non si parla di interventi per migliorare la Sicilia, ma solo di litigi da quartiere. Roba da bambini di otto anni. Sentite ad esempio – prosegue il deputato – le parole di Faraone: frasi gravissime da parte di un sottosegretario che dovrebbe rappresentare gli interessi dei siciliani, ma anche l’autorevolezza del governo nazionale. Non ci resta che lanciare un appello a Renzi: si venga a riprendere i due bambolotti che litigano nel cortile di casa e se ne ha le capacità dia un volto serio a questa maggioranza. Oppure ridia ai siciliani la possibilità di scegliere un governo vero, che renda fieri i siciliani. Se non mandiamo a casa Crocetta, Crocetta manderà a casa la Sicilia”.
La mozione verrà ufficialmente depositata nelle prossime ore, quando verranno raccolte le 18 firme necessarie per la presentazione. “Le opposizioni – assicura il capogruppo Giorgio Ciaccio – ci hanno detto di essere già pronti a firmarla. Ma adesso vogliamo stracciare il velo di ipocrisia che ricopre i tanti che criticano, da Ardizzone a Sicilia Futura, passando per Cracolici e ai vari gruppuscoli dell’Ars. Stanarli. Ma la verità è che in tanti si lamentano, ma poi piazzano amanti e fidanzate negli uffici di gabinetto. Chi non voterà a favore della mozione però – aggiunge Ciaccio – si assumerà la responsabilità di ciò che sta accadendo e accadrà da qui ai prossimi due anni. Noi pronti a dimetterci? Non ci tiriamo indietro. Ma il nostro obiettivo è quello di mettere fine a questa legislatura. E per far questo servono 46 firme: certamente non mancheranno le 14 del Movimento cinque stelle”. Un passaggio anche sull’ultimo caso nel governo di Crocetta: il presunto conflitto di interessi di Luisa Lantieri: “Noi – dice Ciaccio – quel nome non l’avremmo mai proposto. Anche perché mettere un precario lì è un modo per illudere i precari stessi, come si sta facendo in altri settori, come la Sanità”.
“Sono cambiati – ricorda la deputata Angela Foti – quattro governi e cinquanta assessori. Tutto questo ha provocato una perdita di credibilità sia nei confronti del governo nazionale che con l’Europa. Più di un terzo dei laureati siciliani è costretto a lasciare la Sicilia. È una Regione in balia di se stessa, mentre si sparano numeri farneticanti sui Fondi europei. Non si può più dire che lo stato in cui ci troviamo è solo dovuto all’eredità del passato: dopo tre anni bisogna già saper correre. E invece questo governo è ancora in culla. L’incapacità di Crocetta è un fatto conclamato. Ma la Sicilia – ha concluso – è ormai ridotta a un pollaio”.
Ma dalle parole dei deputati grillini emerge anche un po’ di frustrazione, legata all’impossibilità di incidere davvero in questi tre anni di lavoro in Assemblea. “Frustrazione? Certo – ammette Cancelleri – ma una frustrazione positiva. Abbiamo avanzato proposte in ogni modo, in ogni forma. Ma non c’è un interlocutore, le risposte sono sempre state vaghe. Mentre le decisioni si prendevano durante le commissioni che si svolgevano la notte, mentre i siciliani dormivano. Scene di cui bisognerebbe vergognarsi. L’anno scorso Gucciardi e Baccei – ricorda Cancelleri – ci hanno chiesto, per uscire dall’impasse in cui si trovava la Finanziaria, di avanzare il nostro pacchetto di proposte, così come avrebbe fatto ogni altro gruppo. Noi proponemmo i tagli dei parlamentari a 7 mila euro lordi al mese. E’ andata come sapete. Vero, forse può sembrare che da opposizione non abbiamo fatto molto. Magari però i nostri tagli agli stipendi hanno fatto qualcosa, facendo partire 60 aziende col microcredito. Certo, non possiamo fare molto di più in questo ruolo. C’è frustrazione. Ma anche tanta voglia di fare. Noi non ci sentiamo inutili”. E secondo Cancelleri non è inutile nemmeno la presentazione di una mozione già destinata a essere respinta: “Sappiamo già che non passerà: perché questi deputati non hanno interesse per i siciliani. E perché nei corridoi ci dicono che non hanno nessuna voglia di andare a casa. Non passerà, – prosegue Cancelleri – ma almeno li metteremo di fronte alle loro responsabilità. E i siciliani sapranno definitivamente chi è il vero nemico della Sicilia. Dentro questo parlamento non siamo tutti uguali”.
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