Guerra all’Ordine dei Medici |Chiesto lo scioglimento al Ministro

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01 Agosto 2018, 17:44

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CATANIA – Si fa sempre più teso il clima attorno al presidente dell’Ordine dei medici di Catania, Massimo Buscema. Dopo le recenti dimissioni rassegnate da sei consiglieri del direttivo, adesso, arriva anche la richiesta, in carta bollata, di scioglimento del Consiglio direttivo e delle commissioni di albo dell’Ordine da parte dei legali dei medici dimissionari. Si tratta dei dottori Lucio Di Mauro, Antonino Rizzo, Emanuele Cosentino, Rosalia Lo Gerfo e Alfio Pennisi rappresentati dagli avvocati Dario Riccioli, Attilio Maria Toscano e Rocco Mauro Todero. I contrasti fra i componenti del direttivo e la figura dell’attuale presidente sembrano tutt’altro che placati. A monte quasi certamente le numerose vicende giudiziarie che negli ultimi tempi hanno travolto Buscema.

L’endocrinologo è stato, infatti, recentemente rinviato a giudizio per calunnia. La querela nei suoi confronti era stata presentata dall’Asp. Il medico è, inoltre, coinvolto in un secondo procedimento nell’ambito di una denuncia per aggressione, risalente allo scorso 6 giugno, sporta da un 35enne. A quest’ultima Buscema aveva risposto presentando una contro querela, e sostenendo di essere stato lui vittima dell’aggressione. Lo scontro fisico sarebbe culminato in seguito a una lite scoppiata fra i due.

Oggi la richiesta di scioglimento inoltrata al ministro alla Salute, Giulia Grillo, contesta a Buscema delle presunte violazioni normative nel provvedimento di convocazione della nuova assemblea elettorale. A partire dalle date scelte per le elezioni suppletive del nuovo direttivo e poi le forme e le modalità individuate per lo svolgimento delle relative votazioni. “Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania, (…) – si legge nell’istanza – ha provveduto soltanto alla convocazione dell’Assemblea elettorale nei giorni 21-22-23 settembre presso la sede dell’ordine dei Medici di viale Ruggero Lauria, in aperta violazione dell’obbligo normativo di fare svolgere le elezioni suppletive entro 15 giorni (cioè il 4 agosto) dalla riduzione dei componenti del Consiglio direttivo”.

Le gravi violazioni per i medici consisterebbero inoltre nell’aver individuato per le elezioni “solo tre giorni, e quindi “pochi secondi per il 9405 aventi diritto, in ragione del numero degli iscritti, dell’ampiezza territoriale e delle condizioni geografiche, il chè non garantiscono la piena accessibilità degli aventi diritto al voto”. Negli anni, infatti, si sarebbe sempre reso necessario scegliere più sedi ed estendere dal almeno cinque giorni lo svolgimento delle elezioni.

Secondo i medici, le elezioni suppletive non sarebbero comunque sufficienti a risanare il danno d’immagine che si sarebbe, a loro dire, configurato in questi mesi. “La predetta istanza, inoltrata a mezzo pec agli organi preposti e, per conoscenza, al Presidente pro tempore dell’OMCeO della Provincia di Catania, – concludono i legali, Riccioli, Toscano e Todero – si è resa necessaria in seguito all’acquisizione al protocollo delle complessive dimissioni di n. 10 consiglieri su n. 17 e alla successiva dimissione del segretario del Consiglio direttivo determinandosi, di fatto, la paralisi delle funzioni dello stesso. Secondo la valutazione fatta dai consiglieri dimissionari che ci hanno conferito mandato, e come riportato nelle motivazioni contenute nelle lettere di dimissioni, a prescindere dalle sollecitazioni ricevute dalla Comunità medica provinciale di Catania per i fatti che hanno caratterizzato in negativo negli ultimi mesi l’immagine dell’OMCeO, le elezioni suppletive, indette irritualmente per il prossimo 21, 22 e 23 settembre 2018, non sono idonee a risanare il danno determinatosi. Pertanto, solo il commissariamento può ripristinare le funzioni pubbliche dell’Ordine affidando alla sovranità dell’Assemblea la ricostruzione globale dell’Organo”.

 

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01 Agosto 2018, 17:44

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