13 Ottobre 2014, 21:31
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PALERMO – A Sala delle Lapidi è scoppiata la “guerra” delle mozioni. Si tratta in poche parole di atti di indirizzo approvati dal consiglio comunale ma che, secondo gli inquilini di piazza Pretoria, resterebbero lettera morta, praticamente inascoltati dalla giunta Orlando. Una critica avanzata a più riprese in questi due anni dall’Aula e praticamente trasversale, che ha spinto il consiglio a convocare tutti gli assessori a Palazzo delle Aquile.
Fino ad oggi il consiglio ha approvato 50 mozioni, ne ha respinta 1, 4 sono state ritirate e ben 138 aspettano di essere discusse e gli argomenti sono i più vari: dalla mobilità al Muos di Niscemi, dall’adesione alla giornata contro la violenza sulle donne al nuovo cimitero di Ciaculli, passando per la moratoria sulla pubblicità lesiva della dignità della donna, i trapianti, i Marò, il cessate il fuoco a Gaza, i mercati storici e la tanto discussa mozione sulla famiglia naturale. Alcune sono state attuate, altre lo sono state in parte, ma molte invece sono rimaste lettera morta: una scarsa considerazione che ha indispettito il consiglio, che si è sentito ignorato dalla giunta.
Ma la seduta che avrebbe dovuto trovare una soluzione è durata in realtà pochi minuti. Gli assessori, convocati la mattina per la sera, non erano al completo: risultavano presenti il vicesindaco Emilio Arcuri, Giovanna Marano, Pippo Gini, Luciano Abbonato, Agnese Ciulla e Barbera Evola. Assenti gli altri. Cosa che ha scatenato la protesta del capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo e spinto il presidente del consiglio Totò Orlando a chiudere la seduta in meno di cinque minuti. “E’ uno scandalo – attacca il consigliere Giulio Cusumano – la seduta poteva cominciare e si poteva lavorare con gli assessori presenti. E’ solo un modo per prendere il gettone, questa è mala politica”. “Gli assessori non erano presenti – dice Tantillo – non si poteva dar seguito alla seduta. La colpa è dell’assenza degli assessori”.
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13 Ottobre 2014, 21:31