Guerriglia al centro d'accoglienza| Migranti della comunità in rivolta - Live Sicilia

Guerriglia al centro d’accoglienza| Migranti della comunità in rivolta

La comunità in cui si sono verificati i disordini

La protesta e l'intervento delle forze dell'ordine. La responsabile: "Noi facciamo del nostro meglio".

Corso dei Mille
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PALERMO – Una mattinata di caos al centro di prima accoglienza per immigrati che si trova in corso dei Mille a Palermo. E’ la terza volta in pochi giorni che nei locali della comunità prende vita una vera e propria guerriglia, con tanto di intervento delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, anche oggi impegnate a ristabilire la calma.

La scorsa settimana sono stati danneggiati arredi e suppellettili, oggi i migranti si sono barricati dentro e non hanno permesso né l’uscita, né l’ingresso agli operatori che lavorano nella struttura: la rivolta sarebbe nata in seguito alla carenza di cibo, medicine e servizi. In molti protestano per il mancato pagamento della diaria.

Gli immigrati, infatti, non avrebbero a disposizione la connessione ad internet e quindi per loro sarebbe impossibile mettersi in contatto coi familiari, l’unico modo per avere loro notizie. Con non poche difficoltà la polizia ha placato gli animi e permesso agli operatori di rientrare al lavoro.

“Dovevamo aprire a luglio, ma siamo stati chiamati con urgenza, a metà aprile, per accogliere 52 ragazzi. Sono tutti minori, con età compresa tra i 14 e 17 anni – spiega la responsabile del centro l’Araba Fenice, Alessandra Airò Farulla -. Non riceviamo al momento alcun finanziamento, i soldi dovrebbero arrivare proprio a luglio. Siamo noi, quindi, a farci carico di tutte le spese, compreso il cibo ed internet. La rivolta di oggi nasce dalle difficoltà di connessione perché purtroppo siamo in una zona periferica ed internet non funziona sempre bene, ma soprattutto dal mancato pagamento della diaria di 2,50 euro per ognuno dei ragazzi, che dovrebbe arrivare coi finanziamenti. Noi qui facciamo tutto il possibile, cerchiamo di non fare mancare nulla, offriamo il massimo della professionalità. E in realtà, il gruppetto che cerca sempre di coinvolgere gli altri nella protesta è composto da cinque o sei ragazzi. La loro è già un’età complicata, sono ragazzi che vanno monitorati, ascoltati, capiti. Abbiamo persino messo a disposizione il telefono di un volontario per permettere loro di contattare le famiglie. Abbiamo dovuto farlo perché i genitori non sempre utilizzano i social network, possono quindi mettersi in contatto soltanto telefonicamente. Per quanto riguarda il cibo – prosegue – non è mai mancato. Ce lo fornisce una ditta, tramite un catering e vengono garantiti ai ragazzi colazione, pranzo e cena, con il rispetto di tutti i requisiti delle tabelle alimentari stabilite dall’Asp. Così come le medicine. Abbiamo quelle di base e l’assistenza sanitaria non è mai venuta meno. Basti pensare che alcuni di loro sono stati curati da un dentista, gratuitamente, e che più di una volta, sono stati accompagnati in ospedale per altri piccoli problemi”.


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