02 Novembre 2017, 21:46
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CATANIA – L’arte come miglior antidoto contro il mal di vivere. Un assunto da cui prese vita la storia del re Filippo V di Spagna nello spettacolo Farinelli ed il Re di Claire Van Campen, tra poco in scena, per la prima volta in assoluto, a Catania con la regia di Fabio Grossi. Si tratta dell’inedito reading-concerto che verrà allestito sabato 4 novembre nel salone Bellini del Palazzo degli Elefanti. Nelle vesti del protagonista il celebre attore catanese, Leo Gullotta che tornerà così a recitare per il teatro Stabile, lo storico ente di prosa dove molti anni fa ebbe inizio la sua carriera. La pièce è infatti una produzione del teatro Stabile di Catania, con la collaborazione dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania. “Farinelli e il Re” è un evento “assaggio” destinato a vedere la luce dei maggiori teatri italiani per la prossima stagione 2018/19.
E a Catania, intanto, c’è grande attesa per la prima di sabato. A raccontarci come è nata l’idea dello spettacolo è il regista e ideatore Fabio Grossi. “È un testo – racconta il regista a LiveSicilia – che ho visto rappresentato in un teatro londinese. E mi ha affascinato perché è una storia bellissima, ma soprattutto ho pensato subito che il personaggio protagonista fosse perfetto e calzante per Leo Gullotta con il quale lavoro da 15 anni curando e firmando le regie dei suoi spettacoli. Abbiamo perciò comprato i diritti del testo in Inghilterra e siamo lieti di rappresentarlo sabato, ospiti del sindaco Enzo Bianco al palazzo degli elefanti”. Ma l’idea di portarlo qui a Catania nasce l’anno scorso, quando Grossi incontra l’ex commissario del teatro Stabile, Giorgio Pace, “che ha subito – spiega – approvato l’idea, oggi accolta a braccia aperte anche dall’attuale presidente del Cda, Carlo Saggio”.
La storia, della cui veridicità non si ha appieno certezza, ripercorre gli scenari del XVII e del XVIII secolo ed è ispirata, come accennato, al mal di vivere del re Filippo V e del suo fatidico incontro con l’artista e cantante lirico Carlo Broschi detto Farinelli. “La vicenda – spiega Grossi – racconta la storia di re Fillipo V di Spagna che cade in depressione, e smette così di occuparsi del suo regno e delle attività dello stato. La sua famiglia è preoccupata. La regina allora” temendo di perdere il potere “decide di contattare Farinelli, in quanto convinta che attraverso la cultura il re potesse guarire”. Quel nutrimento fatto di musica e arte tirò infatti fuori il re Filippo V di Spagna dal tunnel della depressione e gli permise di assurgere di nuovo al potere, mentre il cantante Farinelli cercherà pace in una vita da anacoreta in un bosco nei pressi di Bologna. “Ed è proprio questo il messaggio che viene portato avanti, ovvero che con la cultura si vive, perché l’arte vivifica. Senza la cultura l’uomo non ha possibilità di andare avanti”, sottolinea il regista.
A rendere speciale lo spettacolo sarà, poi, la formula del concerto-studio. “La bella idea – prosegue Grossi – che ha avuto l’attrice è quella di rappresentare il personaggio di Farinelli in due modi, ovvero con due attori che reciteranno lo stesso ruolo: uno è l’attore che interpreterà il testo, mentre l’altro è un cantante che intonerà le musiche. È un bellissimo escamotage di drammaturgia”, afferma. Al centro della scena, dunque, il talentuoso Leo Gullotta affiancato dai due farinelli, Mauro Racanati (attore) e Francesco di Vito (sopranista). L’allestimento vedrà, infatti, la partecipazione di un l’ensemble, diretto dal maestro Luca Ambrosio, composto da quattro strumenti, di cui tre cordofoni suonati dagli allievi dell’istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania. Non solo. A completare il cast, anche gli ex allievi dell’accademia d’arte drammatica Umberto Spadaro del Teatro Stabile, Lucia Fossi, Federico Fiorenza, Luca Iacono e Valerio Santi. “Anche questa ulteriore bella sinergia – dice il regista – nasce proprio dal desiderio di volere di riportare in auge il teatro Stabile e di contribuire a questo processo di rinascita che ha da poco intrapreso. Dunque il primo passo era sottolineare l’importanza della sua scuola”, conclude Fabio Grossi.
Farinelli and the King è stato messo in scena al Sam Wanamaker Playhouse, nota sala del Globe Theatre di Londra nel 2015. A seguito del grande successo di pubblico e critica, è stato subito ripreso al Duke of York, nel West End, e quest’anno sarà anche a Broadway. Il testo, inedito in Italia, è stato tradotto dall’inglese, in maniera colta, da Monica Capuani. Ad affiancare il regista Grossi, l’assistente Mimmo Verdesca.
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02 Novembre 2017, 21:46