04 Febbraio 2015, 18:41
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PALERMO – “Ero appena arrivato in ufficio insieme ad un collega, stavamo andando in garage. Su quel marciapiede abbiamo visto alcune gocce di sangue, poi una lunga scia rossa fino al cumulo di coperte sotto il quale c’era un uomo che non si muoveva”. Esordisce così Diego Pipitone, impiegato presso gli uffici della Programmazione che si trovano in piazza Sturzo.
E’ stato lui a chiamare i soccorsi per Singh Surjit, il clochard indiano di quarant’anni preso a calci e pugni nella notte tra lunedì e martedì. Un pestaggio in piena regola quello nei confronti del senzatetto che dopo la violenza si è chiuso in se stesso coprendosi coi suoi cartoni e una montagna di coperte che stava per trasformarsi nella sua tomba.
“Mi sono avvicinato a lui – racconta Pipitone – l’ho sfiorato, ma non si muoveva. Sembrava morto. Sono stati momenti terribili, dopo il sangue sul marciapiede ho visto quello sulla coperta e poi quello sul volto. Era una maschera di sangue. I suoi occhi erano gonfissimi, il resto della faccia pieno di lividi. Io e il mio collega abbiamo immediatamente chiamato il 118, credevamo potesse morire da un momento all’altro perché accusava anche dolori al petto”. Singh Surjit, gravemente ferito ed infreddolito, ha così indossato le scarpe ed è stato aiutato a salire sull’ambulanza.
“Faceva fatica a reggersi in piedi – aggiunge Pipitone – non credevo ai miei occhi”. Massimo Agnello lavora come portiere nello stesso ufficio, da alcuni mesi notava la presenza dell’indiano e di un altro uomo sotto i portici: “Lui dormiva qui da circa quattro mesi, non ha mai dato fastidio a nessuno. E’ dispiaciuto a tutti quello che è successo e ci dispiace anche che le telecamere non siano riuscite ad immortalare coloro che hanno agito. Quella sera io sono andato via alle 21 ed era tutto tranquillo, poi a quanto pare si è scatenato l’inferno. Non avevo mai visto qualcuno ridotto in quello stato”. E in effetti il clochard finito nel mirino è già ricoverato da due giorni a Villa Sofia. Ha il naso rotto e ferite in diverse parti del corpo.
Chi resta su quei giacigli lungo il perimetro del palazzo adesso ha paura. Maurizio ed Angelo, il primo di circa 70 anni, l’altro di quaranta, parlano col contagocce e dicono che presto troveranno un altro rifugio. Poi si allontanano, temono che qualcuno possa prenderli di mira. Ieri sera i volontari che offorno cibo e assistenza ai senzatetto si sono recati sul posto: “La situazione è ormai gravissima – dice Giuseppe Li Vigni della onlus “Gli angeli della notte”, dobbiamo mobilitarci per ribadire il nostro sconcerto nei confronti della violenza. Stiamo organizzando un flash mob ed una fiaccolata, i palermitani che voglio partecipare saranno i benvenuti”.
Nel frattempo le condizioni di Singh migliorano. Nelle prossime ore sarà sottoposto ad un intervento chirurgico. I volontari sono andati a trovarlo in ospedale, “ora ha bisogno di un paio di pantaloni taglia 52, camicie e maglione L, e di una giacca”, spiegano. La data per “La marcia silenziosa e solidale verso i fratelli vittime di violenza” è inoltre stata stabilita. “Non possiamo ancora restare a guardare e compiangerci – scrivono sulla pagina dell’evento creato su Facebook i volontari de Gli Angeli della Notte” – è arrivato il momento di dare una risposta. Come comunità promotrice di quest’evento, abbiamo raccolto l’adesione anche di altre realtà associative. Il 14 febbraio, la notte in cui il vero amore da esprime è quello per chi è meno fortunato, la nostra marcia inizierà alle 21 da piazzale Ungheria. Arriveremo davanti all’ex hotel Ponte, dove è morto lo scorso anno Fia”.
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04 Febbraio 2015, 18:41