18 Dicembre 2011, 16:51
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Secondo qualcuno, Catania e Palermo si somigliano. Il campo ha detto altro. Precisamente, ha detto che i rossazzurri, in questo momento, sono più forti dei rosanero. Punto. Il Catania ha un centrocampo esperto, con un paio di giocatori di qualità. L’attacco è ben assortito. Maxi Lopez – chissà se rimarrà – ha le stimmate del campione. Gli altri sono peperini vivaci. Montella sta dimostrando di essere un tecnico all’altezza. A Roma si mangeranno le mani: l’aeroplanino decollato ci sa fare, Luis Enrique è un Carneade da scoprire. Il Palermo pachidermico del Massimino è compagine assai incompleta: falcidiata dagli infortuni, ma in origine costruita male. Manca un mezzocampista ragioniere ed è inutile stare lì a cercarlo con il lanternino di Diogene. Mezzo tiro in porta, magro bottino.
Mangia ha preparato un derby difensivo, come Paperone che prende le contromisure per stornare gli assalti della banda Bassotti. Stavolta hanno vinto gli scassinatori. I rosa si sono disposti in amalgama compatto (ahi, presidente Massimino), con Ilicic a dare una mano agli onesti cazzuolatori del contrasto. Miccoli? Solo come un astronauta dimenticato sulla luna. Malinconico e abbandonato, bersagliato da irridenti lanci lunghi. Scusate, non è il modo di giocare a calcio.
Gli etnei hanno squadernato passaggini e passaggetti, allargando le trincee erte davanti a Benussi. I rosanero hanno opposto la disperazione delle baionette e un paio di buoni contrattacchi in fumo. La punizione di Lodi ha spaccato a metà destino e partita. Bella esecuzione. Tuttavia, nell’occasione, Benussi non ci è apparso del tutto incolpevole. Anche la parabola di Mutu, nella sconfitta interna col Cesena, l’aveva sorpreso a destra. Che sia il lato debole?
A quel punto si è compreso che la sorte aveva lanciato i suoi dadi. Mancava un’ora abbondante di furente battaglia dalla freccia di Lodi in poi. Eppure, mai il Palermo di Catania avrebbe potuto ribaltare l’inerzia della disfida. Il rigore di Maxi Lopez (dolce il suo pianto, il possibile commiato) ha chiuso i battenti per un’ingenuità di Silvestre. Poi, si è giochicchiato per onore di firma. Catania batte Palermo due a zero. Ed è giusto così.
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18 Dicembre 2011, 16:51