Ha vinto Lagalla, hanno perso il centrosinistra e Orlando

Ha vinto Lagalla, hanno perso il centrosinistra e Orlando

Il voto per il sindaco. Perché ha vinto Lagalla. Perché ha perso Miceli.
PALERMO 2022
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Ha vinto Roberto Lagalla, con il centrodestra. Hanno perso il centrosinistra e Leoluca Orlando. La lettura politica del voto di Palermo è semplice e non richiede che ci sia bisogno di andare a sfruculiare alchimie complicate. Cominciamo dagli sconfitti. Perde il centrosinistra e per diversi, probabili, motivi. Per non essere mai riuscito a dare una reale impressione di discontinuità concettuale e amministrativa con l’ultimo e nefasto quinquennio, con lo sfascio che ha prodotto, per esempio, l’oscena vista delle bare insepolte e accatastate al cimitero dei Rotoli.

D’altra parte la strada era molto stretta, ma, forse, la battaglia si sarebbe potuta giocare con un differente spirito. Come? Per esempio, scegliendo una candidatura più radicata sul territorio e riconoscibile da una porzione di Palermo. Invece, è stato nominato Franco Miceli, ottima persona, uomo ricco di intuito e sensibilità, figura decontestualizzata che non ha avuto il tempo di organizzarsi un carisma. Ecco perché, ai più, è sembrato un generoso assaltatore, mandato allo sbaraglio, con poche munizioni e un ancora più scarno equipaggiamento.

Perde, il centrosinistra, anche per averla buttata in caciara, sperando di trarne giovamento. E’ stata sacrosanta – e l’abbiamo appoggiata – la sottolineatura dei parenti delle vittime di mafia sui condannati per mafia, presenti nell’orbita di Lagalla. Sono opportuni i rilievi della Procura, dopo gli arresti dei consiglieri del centrodestra, sul voto e sui potenziali inquinamenti. Tuttavia, quando si prende un argomento giusto, come la questione morale, e lo si piega un po’ troppo agli interessi del proprio consenso, magari perché sei a corto di altri argomenti, l’elettorato lo capisce.

E’ stata pure la suprema sconfitta di Leoluca Orlando. Il sindaco uscente non ha preparato alcuna successione democratica. Che non vuol dire estrarre dal mazzo un delfino, ma aiutare nuovi protagonisti a crescere. L’Orlandismo non ha mai prodotto altro che non fosse la reiterazione di se stesso. Il risultato è lampante. La città si è distaccata da tutte le parole, da tutti i simbolismi, da tutte le visioni del suo perenne monarca elettivo. Lo ha rinnegato, col fragore delle urne.

Hanno vinto, dunque, il centrodestra e Roberto Lagalla, per riflusso, per curriculum del candidato, per oggettiva superiorità numerica dell’apparato. Ma il successo mostra già le crepe nella polemica che si è subito sollevata sulla ricandidatura di Nello Musumeci e le regionali. Un ritornello francamente sgradevole che ha legato le sorti di Palazzo delle Aquile a quelle di Palazzo d’Orleans, nella faida interna che ha preceduto la sintesi (faticosa) sull’ex rettore. Sarebbe il caso di interrompere qui il teatrino. Palermo è Palermo e ha bisogno di soluzioni immediate, non di fibrillazioni indotte. Se il sindaco Lagalla riuscirà a trovarle, avrà vinto davvero. Altrimenti, se resterà vittima delle manovre di una coalizione riottosa, avrà perso. E tutti noi con lui. (Roberto Puglisi)


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