19 Dicembre 2010, 08:20
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Bartolo Sammartino, uomo della destra migliore, deputato all’Ars con Alleanza nazionale dal 2002 al 2006 e vicesindaco di Palermo dal 2001 al 2003. Sammartino è presidente dal 2000 dell’Accademia nazionale della politica.
Come vede il Pd nazionale? E’ un progetto politico che sta ancora in piedi?
“Penso che il Partito democratico abbia un leader fiacco e non lucido nelle iniziative politiche che prende. Così come sta facendo il terzo polo, sta utilizzando l’anti berlusconismo per risolvere i propri problemi interni. Sta conducendo alleanze spurie che falsano la natura del partito. Il problema del Pd è Nichi Vendola. Lo temono e temono anche delle eventuali primarie del centro sinistra, malviste dalla nomenklatura del partito. Alleandosi con Fini si toglierebbe di mezzo il rischio Vendola”.
Secondo lei il Pd rappresenta la sinistra in Italia?
“Non penso si possa più parlare di sinistra e destra. L’una ha saccheggiato e mutuato i principi dell’altra a seconda della convenienza politica dei leader. Il problema dell’Italia non è la contrapposizione sinistra-destra, ma il sistema che ci sta dietro. Bisognerebbe traghettare il paese dalla Prima alla Terza Repubblica attraverso riforme costituzionali che garantiscano governabilità e stabilità. Con l’attuale sistema vige l’instabilità assoluta e questo brucia la leadership e cancella il merito. Questo problema dovrebbe essere risolto prima ti qualsiasi dibattito sui futuri capi popolo di sinistra o di destra. Tornando alla domanda che mi faceva, penso che il Pd non rappresenti la sinistra, perché è guidata da dirigenti che hanno fatto il loro tempo e rispondono a logiche politiche antiquate. Questo poi crea chiaramente il diffondersi di fenomeni tipo quello dei Rottamatori di Renzi”.
Bersani o Vendola?
“Io sono un conservatore, sto parlando di una realtà che non è la mia. Sinceramente però posso dire nessuno dei due”.
Ma chi vedrebbe bene come leader della sinistra, se potesse scegliere?
“Credo Gianfranco Fini (ride)”.
Come vede l’ipotesi di un bravo politico, comunista e gay, a Palazzo Chigi? Secondo lei l’Italia è pronta?
“Mutuando la risposta che ha dato qualcuno prima di me, potrei dire che “L’Italia non è pronta ad avere un presidente del Consiglio con l’orecchino”. In realtà, penso che forse avere due visioni del mondo opposte, come potrebbero essere quelle di Nichi Vendola e di un esponente della destra, sarebbe un bene per il paese, che in questi anni ha sempre visto contrapporsi visioni simili tra loro”.
Che ne pensa del Pd a livello siciliano?
“Penso che, come a livello nazionale, ci sia una crisi di idee che sarà pagata cara alle prossime elezioni. Il Pd siciliano si è svenduto alla luce della possibilità di entrare a far parte del governo Lombardo. Ma questo avrà delle ripercussioni, perché gli elettori sono molto più avveduti di quanto non lo siano i vertici del partito. Tra l’altro penso che il ribaltone a cui abbiamo assistito sia indice dello svuotamento della parola democrazia. Gli elettori avevano affidato la vittoria ad una coalizione che adesso non governa e ha lasciato posto a chi era stato sconfitto. L’etimo di democrazia richiama la sovranità popolare. Forse qui in Sicilia l’abbiamo dimenticato”.
Chi vedrebbe candidato a sindaco per la sinistra alle prossime elezioni amministrative a Palermo?Si parla della candidatura di Davide Faraone, che ne pensa?
“Per Faraone nutro il massimo rispetto, alla luce di quello che ha fatto in questi anni in Consiglio comunale e delle battaglie che ha portato avanti. Temo, però, che il problema principale di Faraone sia il Pd, che difficilmente accoglierà la sua richiesta di primarie. Spero che abbia la forza di andare avanti nella sua scelta, per offrire alla città una candidatura giovane. Di sicuro meglio Davide Faraone dell’Orlando spompato, più che furioso!”.
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