07 Aprile 2013, 11:39
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PALERMO – Il poeta francese Paul Valery sosteneva che “quello che c’è di più profondo nell’essere umano è la pelle”. E’ così che si può sintetizzare l’esperienza sensoriale che ci offre l’ultima mostra della pittrice palermitana Stefania Artusi: HautHaut, pelle, appunto.
Giovanissima, classe 1990, Stefania Artusi si distingue per il tratto misterioso della sua pittura, ora liquida ed impetuosa, ora densa e soffice. Il suo incontro con la pittura inizia da giovanissima “A 15 anni sono entrata nello studio di Andrea Di Marco e Francesco De Grandi.”- dichiara Stefania -“E’ stata un’esperienza molto forte per me, che ha caratterizzato il mio approccio con la pittura, con l’arte.”
Ogni singola pennellata possiede una compiaciuta intensità e lascia agire il pulsante ritmo della vita e, come ogni mistero, attira l’osservatore che si interroga per saperne di più e finisce per tuffarsi in ogni singolo tratto, che ne racchiude l’enigma. HautHaut è un’immersione audace nel paesaggio sconosciuto, speso proibito, degli istinti. Il corpo, unico sintomo verificabile della psiche umana, è mostrato in ogni suo aspetto (nudo, inerte, estatico, disarticolato, violato) e l’artista vive la propria arte sulla propria pelle, frugando al di sotto dell’epidermide, esibendone il segreto e il rovescio.
Stefania Artusi tratta le sue visioni con vigore, esplora i suoi soggetti tratto deciso, poche pennellate che esprimono il suo temperamento: narrazione di spazi e di tempi, visione di sogni e di stati d’animo. L’immagine diviene così espressione di dualismi, di dubbi, ma rimane immagine ed anche poesia su questo scivolare di piani, di tinte forti, ma in realtà ordinate in un equilibrio che è base dell’opera.
“Traggo ispirazione dalle mie sensazioni e percezioni. La mia è una pittura molto fisica, talvolta vorrei definirla “performativa”, dato il mio consistente interesse per il corpo, che uso spesso come filtro per proiettare o far emergere delle sfumature che la mia mente propaga. La mia ricerca espressiva ad oggi, è orientata in ambito figurativo, secondo una chiave simbolico-sociale ed antropologica”
C’è, infatti, un legame molto forte tra Stefania e la sua città “Palermo è un crogiolo perfetto per creare, è una città genuina. Sto scegliendo proprio la mia città come culla creativa Ho già vissuto un paio d’anni a Roma, ora vorrei fare delle esperienze all’estero. Palermo, però, rimane il punto fermo della mia arte. Credo che non abbandonerò mai del tutto questa città”.
E Palermo sembra finora ricambiare l’amore incondizionato che Stefania nutre nei suoi confronti. “Ad aprile collaborerò con Andrea Mineo per il progetto Macerie qui a Palermo, a Maggio inaugurerò contemporaneamente in città allo Zac (ZisaArteContemporanea) e a Dusseldorf, al Kunst im Hafen Atelierhaus, con una collettiva di artiste palermitane”. La mostra sarà promossa da “Die Grosse”, un evento artistico che vanta una lunga tradizione storica e la peculiarità di essere una mostra di artisti per artisti.
Fino al 19 aprile, invece, le opere di Stefania saranno esposte presso la sede dell’associazione Neu [nòi] – un coworking sorto all’interno di Palazzo Castrofilippo, dimora storica del Settecento nel cuore di Palermo. Haut Haut è una scommessa sull’arte contemporanea, nata sotto la direzione di Michelangelo Pavia e a cura di Giusi Affronti. Vero e proprio leitmotiv è la proposta di una nuove modalità espositiva, un’“arte abitata”, esperita all’interno di uno spazio di lavoro.
“Il 2013 sarà un anno molto intenso”- confessa Stefania –“ ho cominciato a lavorare, a frequentare altri artisti, a condividere, ad informarmi, a confrontarmi. Avrò la possibilità di andare molto in giro per l’Europa e avrò così la possibilità di trarre nuovi stimoli, cosa della quale mi nutro intensamente.”
E a noi non resta altro che aspettare che Stefania ritorni con la certezza di assistere ancora alla sua arte, che sgorga da un profondo ragionamento, da una progressione continua di idee unitamente ad un alito di poesia.
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07 Aprile 2013, 11:39