05 Marzo 2015, 15:54
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PALERMO – Ribadisce di avere intascato la mazzetta “per bisogno”, ma parla di “un errore”. Un solo errore in una vita da “persona perbene”. Un bisogno legato al fatto che gli hanno pignorato la casa. Roberto Helg ammette le sue colpe, ma dice che si è trattato di un singolo episodio e non di un sistema rodato. “Ho agito da solo”, ripete ai pm.
Ma il sospetto dei pubblici ministeri è che la tangente estorta dal vice presidente della Gesap al pasticciere Santi Palazzolo possa essere il primo ma non l’unico caso. Il suo difensore, l’avvocato Giovanni Di Benedetto, parla di “uomo provato dalla vicenda”. L’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Angela Gerardi è durato poco meno di tre ore. Tutto incentrato dal presidente della Camera di commercio di Palermo sulle sue difficoltà economiche. E così, ad un certo punto, i pm Bernardo Petralia, Claudia Ferrari e Luca Battineri gli hanno chiesto quanto guadagnasse. Risposta: otto mila euro al mese.
Helg, ex numero due della società che gestisce l’aeroporto di Palermo, è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale in flagranza mentre si faceva consegnare dal commerciante 100 mila euro, di cui trenta mila in contanti e 70 mila con un assegno in bianco a garanzia di successivi pagamenti da 10 mila euro al mese. Fatti gravi che configurano il reato di estorsione e per i quali i magistrati hanno chiesto che Helg resti in carcere. Il Gip nelle prossime ore deciderà sulla convalida dell’arresto e l’eventuale misura cautelare da applicare.
I pm, però, continuano a credere che Helg possa essere la chiave per conoscere i segreti dello scalo palermitano su cui sono già state aperte delle inchieste. Si indaga sulla gestione di alcuni vecchi lavori, forse rallentati dolosamente, e si sono accesi i riflettori pure sul progetto di privatizzazione del Falcone e Borsellino. Nella precedente indagine, quella sui cantieri lumaca, quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati: il direttore generale della Gesap, Carmelo Scelta (dalle nuove indagini è emerso che ha incontrato Palazzolo nella sua pasticceria di Cinisi per discutere del rinnovo della convenzione per gli spazi in aeroporto), dell’ex amministratore delegato Giacomo Terranova, dell’ex responsabile degli Affari generali e legali Vincenzo Petrigni, e di Giuseppe Listro, responsabile unico del procedimento di molti appalti.
Gli investigatori della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile stanno cercando di capire se sia stato un meccanismo illecito a bloccare i cantieri. Su delega del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Daniele Paci e Fabio Battinieri, ormai da mesi e in gran segreto, acquisiscono la documentazione degli appalti consegnata dalla Gesap che sotto la presidenza di Fabio Giambrone ha offerto collaborazione piena agli inquirenti. Dal canto loro gli indagati hanno sempre ricondotto tutto alla polemica che nei mesi scorsi ha visto opporsi proprio Scelta e l’ex dirigente dell’ufficio di polizia dell’aeroporto che ha avviato l’indagine. Scelta l’ha querelata per diffamazione.
Finora è filtrato poco dalle indagini, ma di spunti ne sono stati raccolti parecchi. È più di un’ipotesi che in passato alcuni bandi di gara possano essere stati strutturati per consentire aggiudicazioni pilotate. Non solo, qualcuno potrebbe avere zittito le voci fuori dal coro, cioè di coloro che avrebbero cercato di opporsi al sistema. Ecco perché, una volta venuta a galla la mazzetta, è inevitabile che i pm sperino che Helg possa dargli una mano per fare luce sui presunti illeciti commessi nello scalo. Sono state, infatti, le stesse parole pronunciate dall’indagato e registrate con il telefonico da Palazzolo a fare intuire che qualcun altro era informato dell’estorsione. Millantava o c’è del vero?
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05 Marzo 2015, 15:54