15 Agosto 2024, 08:19
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Come ogni anno, pubblichiamo la lettera di una mamma, per la figlia scomparsa in un incidente.
14 Agosto 2024
Sono qui davanti al foglio bianco, cosa ti scriverò in questo giorno Carlotta….
Sono trascorsi ventidue anni… “Il Tempo è fuggito tanto velocemente che l’animo non è riuscito ad invecchiare” (Dino Buzzati-Il deserto dei Tartari),
Il giorno in cui sei partita ho pensato che il tempo si fosse fermato e che la fissità del mio dolore dovesse durare per sempre.
Ad ogni alba della mia vita, apro gli occhi anche per Te, figlia mia e vedo l’incanto della luce, immaginando che Tu sia nella perfezione, nella Luce assoluta.
Sei sempre stata accanto a me; Cos’è la morte? La mortalità è questo: muoversi lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento, si muove in un ordine ciclico.
Hannah Arendt scrive: “Gli uomini muoiono, ma non sono fatti per morire. Sono creati per incominciare.” GLI ESSERI UMANI NON SONO FATTI PER MORIRE, sono fatti per nascere molteplici volte.
I miei figli: il dono più bello che Dio mi ha dato.
Gli esseri umani muoiono benché la morte per l’uomo non sia mai un fatto naturale perché non risponde alla legge necessaria della natura, la morte dell’uomo accade sempre in anticipo anche per un anziano perché la morte impone comunque il trauma del dolore e l’assenza della persona amata.
Solo la forma umana della vita conosce la morte, gli altri esseri viventi che siano vegetali o animali periscono, cosi per un fiore od una farfalla per quanto breve sia il loro ciclo vitale, poiché la vita dell’animale non ha il pensiero e la coscienza della morte, nonostante l’animale ha spesso l’esperienza profonda dell’affetto.
“La morte (dice Heidegger ) non è l’ultima nota che chiude la melodia dell’ esistenza non è l’ultima parola che chiude la frase del racconto dell’esistenza “; è piuttosto un’eminenza sovrastante, qualcosa che ci accompagna dalla nascita, poiché la vita è costruita da incontri e separazioni reali ed ideali ed a volte, le persone che abbiamo incontrato nella nostra esistenza e che portiamo con noi, sono l’esito di progetti naufragati, oppure rappresentano il tramonto di idee e di desideri.
Io sono sicura che, Tu Carlotta, continui ad esistere. Il lutto è comunque un’esperienza che deriva dal trauma della perdita di ciò che dava senso al mondo, ma quando qualcuno che noi amiamo muore, l’esperienza diviene assenza definitiva perché non conosce ritorno e non si è in grado di vivere come prima.
Aristotele sosteneva che l’uomo è un animale sociale, l’unico essere vivente che prega anche per ristabilire un contatto con l’anima di chi non è più qui.
Io Ti prego sempre Figlia mia.
La vita umana sulla terra si caratterizza sicuramente, per due fatti fondamentali: l’invenzione del fuoco ed il rito della sepoltura; l’uomo è l’unico essere che pensa al sepolcro.
Il tempo in cui viviamo i giovani l’hanno trasformato in oggetto il cui rimedio nei confronti della perdita della vita è la sostituzione immediata; oggetti e relazioni sostitutivi, per non pensare alla perdita.
Ed invece il lavoro del lutto è necessario, la prima reazione è la sofferenza ma trasformando il dolore, il tempo ricuce il trauma della perdita attraverso una separazione che tuttavia consente di vivere, questo bisogna insegnare ai giovani, altrimenti saranno disadattati comunque alle complessità della vita.
La tenerezza e la cura sono rimedi ai mali della vita.
Per la perdita di un figlio non c’è possibile soluzione, tranne che ricorrere alla memoria del tempo e fare del bene a chi ne ha bisogno, e mi riassale l’episodio di un ricordo: chiudo gli occhi e rivivo.
Sono con Carlotta sto attraversando la strada, usciamo dal negozio di giocatoli; mi hai chiesto tante cose. Ti ho comprato tutto ed hai in mano un pacchetto con le famigliole di animaletti che tanto desideravi: penso che la felicità è racchiusa lì nel sentirti innocentemente contenta, saltelli presaga del gioco e ringrazio Dio per avermi scelta Tua madre, avverto che c’è una inquietudine in me e penso che ogni madre ha timore per la vita dei propri figli e li protegge e scongiura qualunque pericolo può intercettare.
“La forma più sublime dell’egoismo si chiama amore materno”
Heinrich Wolfgang Seidel ‘
Mi sovviene l’osservazione dell’antropologo svizzero Jakob Bachofen:
“Il primo rudimento della civiltà umana, il punto di partenza per ogni virtù e per ogni più alto aspetto dell’esistenza, è il fascino promanante dal principio materno, il quale, in una vita piena di violenza, dovette apparire come il principio divino dell’amore, dell’unità e della pace. Nella cura per il frutto del proprio corpo la femmina impara prima dell’uomo a portarsi di là dai limiti del proprio io, a rivolgersi verso un altro essere, e a dedicare tutte le capacità inventive dello spirito alla conservazione e all’elevazione di un’altra vita. Una tale disposizione d’animo propizierà un modo di sentire più alto, propizierà ogni azione benefica, ogni dedizione, ogni disciplina, ogni pietà verso i morti. [Il matriarcato, 1861].L’amore materno è solo un sentimento umano e come tutti i sentimenti è incerto, fragile e imperfetto, eppure nessuna lingua può esprimere il potere, la bellezza e l’eroismo dell’amore di una madre per suo figlio puro come nient’altro al mondo.
“L’amore di una madre è qualcosa che nessuno può spiegare, è fatto di profonda devozione, di sacrificio, è infinito, altruistico e duraturo, nulla può distruggerlo o portar via. per questo carattere altruistico che l’amore materno è stato considerato la più alta forma d’amore e il più sacro dei vincoli affettivi.”
Erich Fromm, l’arte di amare, 1956
Nietzsche in Così parlo Zarathustra, evoca la figura dell’Acrobata che affronta in questa terra, l’equilibrio precario sulla fune e poi nonostante la tragedia, “Il vento del sud scioglie il ghiaccio dell’inverno e ritorna la linfa della vita”.
Ho nostalgia di Te Carlotta, il mio cuore è la Tua casa.
La nostalgia.., il suo etimo è composto dal “dolore collegato all’ impossibilita del ritorno” e se pur derivato dal greco questo termine nella sua spiegazione, era sconosciuto al mondo greco.
La nostalgia…guardiamo il nostro passato, la nostra infanzia, la bellezza della giovinezza, Kant scrive “se anche io tornassi non riconoscerei nulla, è tutto più piccolo”.
È capitato forse ad ognuno di noi guardando una foto, rincontrando una persona ritornando in un luogo, noi rimpiangiamo ciò che abbiamo perduto idealizzandolo perché non possiamo più allo stesso modo, viverlo nel presente.
Questa condizione viene rappresentata in maniera perfetta nel film “Nuovo Cinema Paradiso” alla cui empatia partecipiamo tutti nel sentimento della rimembranza.
Eppure persino Gesù ci esorta: “non volgere il tuo sguardo al passato”.
Siamo viaggiatori con un solo biglietto di andata, e rammentiamo che quando noi alziamo lo sguardo al cielo d’estate, la luce di quelle stelle che noi vediamo adesso, così come ci insegnano gli astrofisici, proviene da corpi celesti morti milioni di anni fa.
Il 14 agosto 1994 il telescopio Hubble individua due nuovi anelli di uranio e fotografa gli stessi anelli scoperti nel 1997, ne individua ulteriori due rispetto ai nove osservati nel 1978 ed agli altri due rivelati nel 1986 dalla sonda Voyager2, ma gli anelli erano sempre stati lì, solo che noi non avevamo ancora gli strumenti per osservarli…” (…)
“ non è né spento né lontano, ma vicino a noi, felice e trasformato, senza aver perduto la bontà e la delicatezza del suo Santo cuore.”
(Sant’Agostino)
Qualcuno ha scritto: “Non voglio che voi veniate sul mio sepolcro nell’urna confortata dal pianto, lasciate che io continui a vivere e a generare luce solo se mi portate vivo con voi.: Portatemi con Voi poiché la forza dei ricordi, è una luce che riemerge e torna a visitarci.
“Quelli che amiamo, ma che abbiamo perduto, non sono più dove erano, ma sono sempre dovunque noi siamo.” (Sant’Agostino)
Benedico ed ho gratitudine tutto ciò che ho vissuto perché mi ha consentito di essere ciò che sono, ho scelto il Bene e l’obbedienza a Dio.
Per certi aspetti, non esistono parole che suonino vere per descrivere la maternità. Non si tratta di una condizione naturale, né di un bisogno socialmente indotto. Questa maternità, però, va intesa in senso nuovo, ben al di là della mera capacità fisica di procreare. Si può infatti non aver generato ed essere colme di maternità, come si può essere madri biologiche ed esserne totalmente prive.
Ripenso attonita alla piccola Diana di 18 mesi abbandonata a casa dalla madre a morire lentamente di inedia “il male”.
Penso alle vite dei bambini provenienti da zone di conflitto come la Repubblica Democratica del Congo, Gaza e il Sudan.
Purtroppo, la portata dei rischi per la protezione dei bambini colpiti dai conflitti non corrisponde alla portata dei finanziamenti disponibili per affrontare questi problemi.
Dobbiamo fare di più “Dio fornisce il vento ma l’uomo deve alzare le vele.”
Chi mi conosce sa che guardo i nostri giovani con una struggente tenerezza e con una grande e forte determinazione,
Un gruppo di ricercatori guidato dal professor Yasuhiro Oba dell’Università di Hokkaido ha analizzato campioni dell’asteroide Ryugu raccolti dalla sonda giapponese Hayabusa 2, e restituiti a Terra nel dicembre 2020. Ha così scoperto l’uracile, una delle componenti base dell’RNA, insieme all’acido nicotinico, vitamina B3 essenziale per il metabolismo. Questa scoperta straordinaria è un importante indizio a sostegno della teoria della panspermia, che suggerisce che le prime molecole organiche per la vita sulla Terra siano giunte dallo spazio
L’RNA, infatti, contiene informazioni vitali per la costruzione e il funzionamento degli organismi viventi
La panspermia ipotizza che microrganismi o molecole organiche necessari per la vita siano stati trasportati attraverso lo spazio e depositati sulla Terra, avviando così il processo evolutivo.
Siamo infinitesimi eppure “Dio ama ognuno di noi come se ci fosse solo uno di noi.” Ancora Sant’Agostino
Quando ricordo e scrivo di questo giorno sono oscillante su un’altalena tra la dolcezza dei ricordi e la preoccupazione di suscitare tristezza in chi legge; per questo voglio dedicare a tutti questa bellissima poesia perché si possa rinascere.
Ti auguro tempo
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno , ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.
(Elli Michler)
Siate Felici, sempre.
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15 Agosto 2024, 08:19