Sicilia, Musumeci: "Ho servito con amore" - Live Sicilia

“Ho servito la Sicilia con amore: Schifani, attento ai cortigiani”

Parla il governatore Nello Musumeci

I consigli al candidato del centrodestra Renato Schifani (“si protegga dal fuoco amico”) e quella sottolineatura sul suo “passo di lato” che ha salvaguardato l’unità della coalizione. Il governatore Nello Musumeci è fuori dalla corsa per Palazzo d’Orleans ma resta uno degli attori princiapli dello scacchiere della politica regionale.

Cinque anni si sono conclusi tra colpi di scena e una rinuncia importante che ha fatto, quella al secondo mandato, per completare il “raccolto”, come lo aveva chiamato un anno fa allo Spasimo. Qual è il suo stato d’animo?
“Il mio è uno stato d’animo di assoluta serenità. In questi cinque anni di governo ho servito la mia Isola con scrupolo e coscienza, senza mai risparmiarmi. Ho fatto, assieme agli assessori, tutto quello che era possibile fare, malgrado i due drammatici anni di pandemia, affrontati con la linea del rigore per proteggere la mia comunità. Una esperienza di governo, insomma, dalla quale esco a testa alta, senza dovere abbassare lo sguardo davanti a neanche un solo sindaco. Certo – perché nasconderlo? – avrei voluto vivere anche la stagione del ‘raccolto’ dopo quella della ‘semina’. Ma per qualcuno ero diventato un presidente ‘scomodo’, da fare fuori. Il resto è noto”.

Qual è la cosa di cui è più orgoglioso per gli anni trascorsi e cosa le fa più rabbia?
“Potrei risponderle di essere orgoglioso d’avere programmato, progettato e investito risorse per oltre cinque miliardi di euro, dando ossigeno all’economia isolana. Oppure orgoglioso di avere avviato la procedura per due termovalorizzatori che finalmente libereranno la Sicilia dalla schiavitù delle discariche e dalle indebite pressioni che si esercitano su questo fronte. E potrei ancora aggiungere centinaia di analoghi esempi di buon governo, dalla lotta al dissesto idrogeologico alla stabilizzazione di migliaia di dipendenti precari. E invece no: l’orgoglio maggiore che provo è avere restituito credibilità morale e istituzionale alla mia Regione, in Italia e all’estero. Ricevere ogni mese la visita di un ambasciatore e sentirmi dire ‘la Sicilia sta cambiando’ è una soddisfazione che non ha prezzo”.

Col suo passo indietro il centrodestra ha trovato una strategia unitaria a livello nazionale, com’è andata l’interlocuzione con i leader nazionali?
“Con la mia disponibilità a fare un passo di lato, dichiarata già alla fine di giugno, ho impedito che il centrodestra in Sicilia si spaccasse, con le inevitabili ripercussioni che avrebbe determinato anche a livello nazionale. Di fronte a un veto assurdo e irragionevole, avrei potuto reagire dicendo: mi candido lo stesso. Forse non avrei vinto, ma certamente avrei diviso la coalizione, provocandone la sconfitta. Ha prevalso in me il senso di responsabilità. L’unità è un valore che andava tutelato. Giorgia Meloni credo abbia apprezzato. E non mi stanco di ringraziarla, assieme a Ignazio La Russa, per avere fino all’ultimo sostenuto il rispetto delle regole e, quindi, il mio diritto di uscente alla ricandidatura”.

Come lo vede questo centrodestra a poche settimane dalle Politiche?
“Lo vedo molto motivato, con un programma concreto e non utopistico. C’è tra gli obiettivi molta attenzione anche al Sud: il Ponte sullo Stretto, il superamento del divario infrastrutturale e la corretta gestione del dramma immigrazione, per fare alcuni esempi, sono priorità rassicuranti. Governare l’Italia con la Meloni premier è un desiderio molto diffuso tra gli italiani, più di quanto non dicano i sondaggi”.

Che consiglio si sente di dare a Schifani?
“L’amico Schifani non ha bisogno dei miei consigli: la sua esperienza a Palazzo Madama è una garanzia per tutti. Su una sola cosa vorrei metterlo in guardia: si tenga lontano da cortigiani e cospiratori, sappia distinguere le maschere dai volti e si protegga dal ‘fuoco amico’. È il più pericoloso”.

Quali sono le priorità per la Sicilia?
“La Sicilia deve essere la base logistica dell’Europa nel Mediterraneo. Per diventarlo serve una dotazione infrastrutturale strategica che Roma, competente in materia, le ha sempre negato. Un’Isola capace di attrarre investimenti può far rientrare i nostri giovani costretti ad emigrare. C’è tanto lavoro nel campo dei beni culturali, nel turismo, nell’agroalimentare, nel settore energetico. Noi abbiamo messo le basi in questi cinque anni per avviare questo virtuoso processo, investendo fino all’ultimo euro del target annuo che Bruxelles ci  ha fissato di raggiungere”.

Armao ci ha detto che se lei avesse fatto il bis non sarebbe sceso in campo, non mi sembra poco.
“Armao è stato un ottimo vicepresidente e assessore all’Economia. Ha condotto la trattativa finanziaria con Roma con competenza e determinazione. Mi dispiace che abbia fatto questa scelta fuori campo, anche se comprendo le amarezze personali”.

Tirando le somme ha concluso questi 5 anni senza neanche un avviso di garanzia come atto dovuto?
“Non è un vanto. Per chi governa dev’essere normale il rispetto della legalità. Certo, quando si è alla guida di un ente con un bilancio di 26 miliardi di euro l’anno e tredicimila dipendenti, commettere errori è sempre possibile. Altra cosa sono il dolo, l’interesse personale, i rapporti equivoci. Sono stato educato ad una visione etica della politica che mi porta ad essere molto rigoroso, è vero. Ma lo sono innanzitutto con me stesso, prima che con gli alleati. E forse questo metodo a qualcuno non è mai andato giù”.

Ci riesce difficile pensarla ai giardinetti a passeggiare il cane, ma anche in campagna a legare alberelli, dove la rivedremo nei prossimi mesi?
“Mi piacerebbe dedicare più tempo alla mia campagna: mi rilassa tanto il contatto con la natura. Ma ho la politica nel sangue e continuerò, da militante, a stare accanto a chi ha creduto e crede nel mio impegno  e a lavorare per creare nuovi consensi. I vertici nazionali di Fratelli d’Italia sanno che possono disporre di me, se e quando lo riterranno utile”.

Non ha avuto il tempo di inviare un messaggio di conclusione mandato ai siciliani, cosa vuole dire a chi l’ha sostenuta e a chi l’ha contrastata?
“Non è ancora tempo di saluti: resterò per una quarantina di giorni alla guida della Regione. E continuo a fare quello che ho sempre fatto: sedute di governo, riunioni, sopralluoghi, visite ufficiali, inaugurazioni, aperture di cantieri. Con lo stesso entusiasmo del primo giorno, malgrado i tanti bocconi amari”.


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