12 Dicembre 2016, 13:42
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PALERMO – E adesso spuntano altri 42 posti letto. Non “accreditati”, però. Bensì in regime “libero-professionale”. La nuova struttura di oncologia dell’Istituto Humanitas cresce ancora un po’. L’assessorato alla Salute ha dato il via libera alla rimodulazione chiesta dai privati. Anche se ancora non esiste una rete ospedaliera ufficialmente approvata e nonostante, il giorno in cui è stato approvato il decreto, la Regione non sapesse ancora se Humanitas fosse in possesso della concessione edilizia.
Il dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe) ha comunque dato il via libera a una rimodulazione dei posti letto che porterà a un aumento maggiore rispetto a quello inizialmente previsto. E oggetto, due anni fa, di una polemica politico-amministrativa molto accesa, finita sulle scrivanie dei pubblici ministeri, dopo la scelta della Regione di non opporsi alla prima sentenza favorevole all’Istituto. Da quella sentenza, che di fatto “bloccava” una precedente revoca della Regione, ecco settanta posti letto in più per il nuovo polo oncologico: un affare da cento milioni di euro in dieci anni.
Il caso Humanitas scoppiò in Commissione Sanità all’Ars nell’ottobre del 2013, quando i deputati si accorsero che quasi quattro mesi prima il governo aveva approvato (tecnicamente “apprezzato”) una strana delibera. Quel documento, infatti, saltato fuori dalla giunta il 2 luglio di quell’anno, con la firma in calce del presidente della Regione Rosario Crocetta, il governo si impegnava a riconoscere alla struttura una settantina di posti letto convenzionati in più. Insomma, Crocetta e Lucia Borsellino, allora assessore alla Salute, danno il via libera all’investimento. Ma scoppia una furiosa polemica, sia sui possibili “sponsor” politici dell’investimento sia sulla scelta di privilegiare il “privato” rispetto al pubblico.
Così, Crocetta e Borsellino decidono di revocare la decisione. Ma lo fanno sbagliando l’iter e costringendo il Tar ad annullare quella revoca. A quel punto, fatto insolito, il governo “sconfitto” decide di non opporsi alla decisione del Tar. Dando, così, nella sostanza il “nulla osta” all’investimento.
Ma oltre a quanto sancito dal Tar, adesso il prestigioso Istituto Humanitas potrà contare su altri 42 posti letto in regime “libero-professionale”. Ovvero non “rimborsati” dalla Regione siciliana. Ma che contribuiranno a trasformare il centro che attualmente conta su 88 posti letto già convenzionati, in una mega-struttura privata da 226 posti letto.
La richiesta di “rimodulazione” (ossia di ampliamento dei posti letto) arriva in assessorato il 9 giugno scorso. A fine settembre, il Dasoe chiede un parere all’altro dipartimento della Salute, quello sulla pianificazione strategica: vuole sapere se quella rimodulazione di posti letto è compatibile con la rete ospedaliera regionale. Proprio la rete che attualmente è ferma, non è ancora giunta in Commissione Sanità all’Ars, nonostante l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi assicuri che il Piano è già pronto. Insomma, appena la Rete sarà ufficiale, si comprenderà se il centro potrà attivare i reparti richiesti.
Ma a in vista dell’attivazione del centro, al 2 dicembre scorso, tra le carte della Regione, manca ancora la concessione edilizia per la mega-struttura. Si legge chiaramente nel decreto del Dasoe: “L’efficacia del presente provvedimento – si legge – è subordinata alla presentazione, da parte dell’Amministratore Delegato della Casa di cura ‘Humanitas Centro Catanese di Oncologia spa’ di Catania, entro il temine di 90 giorni dalla notifica del presente provvedimento, della richiesta di concessione edilizia ed alla validità della stessa, se prevista per la realizzazione dell’opera di che trattasi”. E il progetto perderebbe efficacia nel caso in cui “l’Autorità competente riscontri motivi ostativi al rilascio della concessione edilizia, se prevista per la realizzazione dell’opera di che trattasi”.
Insomma, via libera al progetto che porta da 70 a 112 l’aumento dei posti letto del centro, senza che sia ancora stata ufficialmente approvata la rete ospedaliera e senza una concessione edilizia in possesso della Regione. “Si tratta – spiega il dirigente generale del Dasoe, Ignazio Tozzo – del normale iter. Al momento è stato approvato il progetto di rimodulazione. Solo in un secondo momento si entrerà nella fase attuativa. Dopo, ci sarà anche una verifica ispettiva per controllare che i locali siano idonei e se il progetto è stato rispettato”. Ma come detto, oltre ai 70 posti letto “rimborsati” dalla Regione e previsti da quella sentenza mai appellata, ecco gli altri 42. “Si tratta – puntualizza Tozzo – di posti ‘libero professionali’ che, quindi, alla Regione non costano un euro. E del resto, anche la normativa europea ha affermato l’impossibilità di mettere limiti e paletti nella libera attività imprenditoriale, anche in questo campo”. E così, ecco il mega-centro oncologico. Persino più grande di quello che due anni fa scatenò una bufera politico-giudiziaria.
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12 Dicembre 2016, 13:42