04 Aprile 2012, 07:37
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L’etica della politica, al centro di tutto. Motivo scatenante della scelta di dire “no” alla “perversa celebrazione delle primarie”. Sono in ventuno, e hanno deciso di seguire Leoluca Orlando. Lo hanno fatto perché prima avevano cullato il sogno di Rita sindaco. E anche perché, a detta loro, Fabrizio Ferrandelli, il candidato vincitore delle primarie, rappresenta un modo di fare politica che di quel concetto di etica, in fondo, un po’ se ne infischia.
“Caro Luca”, inizia così il documento firmato da 21 tra intellettuali, sindacalisti, politici, semplici impiegati. “Caro Luca”, scrivono, “la perversa celebrazione delle primarie è stata costellata da perle di immoralità e arroganza, con una vittoria strappata con protervia al suo naturale vincitore emblema di una Altra Storia”. Già, e questa davvero un’altra faccenda, quella della divisione del movimento che ha sempre sostenuto Rita Borsellino. Una parte del quale ha accettato la vittoria di Ferrandelli, e adesso lo sostiene. E un’altra parte che proprio non ce l’ha fatta. Proprio non poteva.
Giovanni Ferro è il primo firmatario della lettera a Orlando. Per lui, un passato da assessore della giunta dell’ex sindaco della Primavera, e un passato da militante con Pc, Ds, Pd: “Io sono stato fino all’altro ieri – precisa – nello staff di Rita Borsellino. Adesso, insieme al 99% di Un’Altra storia abbiamo deciso di correre con Leoluca Orlando”. Chissà cosa ne penseranno Antonella Monastra, Masino Lombardo e Titti De Simone, di rappresentare l’1% del movimento.
Ma gli avversari dei firmatari del documento, in fondo, non sono gli ex amici di Un’Altra storia: “La nostra scelta di non appoggiare Ferrandelli – prosegue Ferro – coincide con la scelta di contrapporci a Lumia e Lombardo”. Ma non è solo una “questione personale”: “Le alleanze in queste elezioni comunali – spiega Ferro – dovranno necessariamente tradursi anche in quelle per le prossime, ormai, elezioni Regionali”.
Insomma, per Ferro la scelta era una e una sola: il sinnacollando, e a seguirlo sono stati in venti. Tra loro, anche Renato Costa, dirigente sindacale della Cgil medici: “Noi – dice Costa – pensavamo che Rita Borsellino dovesse andare fino in fondo, anche dopo le primarie. Oggi lei è amareggiata, ma secondo me, presto, interverrà in questo quadro politico. Prenderà una decisione, darà un’indicazione, anche a noi”.
Intanto, l’unica indicazione certa è il rifiuto dell’esito delle primarie: “Alla base del nostro impegno politico – ribadisce Costa – c’è l’idea di una politica che sposi il principio dell’etica. Anche nei comportamenti, non solo riguardo alle situazioni penalmente rilevanti. E quello che abbiamo visto alle primarie, attorno al candidato Fabrizio Ferrandelli, ci ha convinto che quella non poteva essere la strada”.
Se per l’ex delfino di Orlando, quindi, la condanna è totale, più “comprensione” è mostrata per un altro dei candidati al centro di polemiche per manovre “opache” attorno alle primarie. Davide Faraone, tra l’altro, ha annunciato di aderire al progetto-Orlando: “Ma io penso – spiega Costa – che Faraone sia stato davvero solo la vittima di una trappola ordita da qualcuno. Da qualche avversario delle primarie, immagino. È stato, nel caso di Faraone, tutto molto strano. E non credo che i suoi voti possano essere stati inquinati in qualche modo. Ha ragione a essere infuriato”.
Già, perché l’inquinamento delle primarie, per gli “intellettuali” firmatari del documento, è una certezza quasi assoluta: “In tutte le sue consultazioni – dice Costa – il popolo della sinistra a Palermo è riuscito a mobilitare, al massimo, 20-22 mila persone. Alle primarie sono andati in trentamila. Credo proprio che 8 mila partecipanti fossero di centrodestra”.
Così, gli “orlandiani” di Un’altra storia hanno scelto il professore. E ci hanno messo una firma. Tra di loro, anche Antonino Riolo, altro dirigente della Cgil, Maria Adele Cipolla docente universitario e scrittrice di romanzi, Antonella Leto tra i leader dei movimenti per l’acqua pubblica, Daniela Dioguardi già presidente dell’Unione delle donne italiane, Donatella Natoli medico, ex consulente alla Salute con Orlando sindaco, ex assessore alle attività sociali e promotrice della nascita della “bilblioteca delle Balate” all’Albergheria.
E poi ancora, impiegati, docenti, pensionati, artisti. Tutti a chiedere a Orlando: “Andiamo avanti – si legge alla fine del loro documento – gridiamo insieme ‘Palermo bene Comune’, rigeneriamo gli animi stanchi ma non domi e… insieme… Palermo salverà Palermo”. Basterà per portare Orlando a Sala delle lapidi? Questa è un’altra storia.
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04 Aprile 2012, 07:37