I boss, il mediatore e il giudice| Strani incontri in Tribunale

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31 Gennaio 2017, 05:30

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PALERMO – “Girgenti prometteva… erano sempre insieme Tanino Di Marco, Santi Pullarà e Girgenti per un anno erano tutti i giorni insieme perché si vedevano in Tribunale… Girgenti gli diceva che gli doveva svincolare… si sarebbe prodigato a svincolarci i sequestri delle case”.

A parlare è Alfredo Giordano, direttore di sala del Teatro Massimo, arrestato per mafia e sospeso dalla Fondazione. Racconta uno spaccato inquietante su cui sono in corso gli accertamenti. Giorgio Girgenti è un imprenditore e mediatore immobiliare che si incontrava spesso con Pullarà e Di Marco, arrestati nei mesi scorso in un blitz antimafia dei carabinieri. Era un assiduo frequentatore della rivendita di marmi di Gaetano e Francesco Di Marco, padre e figlio, arrestati in un blitz antimafia messo a a segno alcuni mesi fa dai carabinieri. Dallo scorso novembre Giordano ha deciso di collaborare con i magistrati della Procura di Palermo.

Tra le cose che racconta c’è la storia dei mafiosi che cercavano in tutti i modi di rimettere le mani sui beni che sono stati loro sequestrati. Per “un anno” intero Girgenti, Pullarà e Di Marco si sarebbero dati appuntamento nei corridoi del Palazzo di giustizia di Palermo. “Girgenti… non lo se se millantava o diceva sul serio”, ma sosteneva di avere amicizie importanti in Tribunale: “Questo era per loro una specie di terno al lotto – aggiunge Giordano – che stavano facendo con Girgenti perché ci credevano e non ci credevano erano fra il serio e il faceto ma ci andavano appresso perché speravano che succedesse il miracolo”.

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Giordano aveva una pessima considerazione di Girgenti: “… per me è un imbroglione per quanto mi riguarda è un imbroglione… non posso dire non andarci dietro se lui vi dice che ha delle amicizie che vi può fare dissequestrare le cose come posso dire io di non andarci”. In particolare, si trattava di “un giudice donna”. Nelle loro visite in Tribunale Girgenti, Pullarà e Di Marco si sono incontrati con il giudice?

Giordano e Girgenti si sono conosciuti sette anni fa: “… io nel 2010 gli do 50 mila euro ma mie personali a Girgenti un assegno circolare… perché lui mi porta a vedere una casa in via Arimondi… che poi so che l’ha fatta vedere ad altri 10 persone e me la fa vedere 4 piano ti piace questa casa. Un 100 mila euro… perché lui col Tribunale tramite il Tribunale con 100 mila te la faccio prendere una casa in via Arimondi”. Giordano ritiene che questa vicenda sia una delle cause dei suoi guai giudiziari. È per recuperare i soldi che avrebbe iniziato a frequentare la marmeria dei Di Marco, dove Girgenti si faceva vivo spesso. E ora si indaga anche sui suoi affari. E pure su quelli di “collegi del botteghino” del Teatro Massimo che entrerebbero in gioco in una storia di usura in cui la vittima sarebbe Girgenti.

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31 Gennaio 2017, 05:30

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