I cinque ponti da bollino rosso | Cedimenti, la lista nera dell’Anas

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28 Giugno 2015, 06:05

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Pubblichiamo un articolo tratto dal nuovo numero di “S”.

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Sono cinque, sono sulle scrivanie dell’Anas da almeno un mese e una di loro è già esplosa. Sono le cinque grandi emergenze per le strade siciliane, affrontate dopo il cedimento del viadotto Himera sull’A19 e messe su bianco dall’azienda in una nota inviata il 7 maggio all’assessorato regionale alle Infrastrutture, ma anche a tutte le procure dei capoluoghi, alle prefetture, al ministero dei Trasporti e al presidente della Regione: dell’elenco faceva parte anche il viadotto Cinque archi sulla Palermo-Catania, che alla fine di maggio è finito sotto sequestro per il rischio-cedimenti dei piloni, minacciati dal fiume Imera.
Un rischio che l’Anas aveva messo nero su bianco appena venti giorni prima della presa di posizione della Procura di Caltanissetta. Nella relazione richiesta dalla Regione, il viadotto era stato inserito fra quelli con il “bollino rosso”, insomma quelli più a rischio: “Gli argini – si legge nella nota del direttore regionale Salvatore Tonti, annunciando l’intenzione di avviare il ‘ripristino di protezione delle pile in alveo del viadotto’ – sono stati scalzati per effetto di un greto formatosi lungo il corso d’acqua del fiume Imera”. Ad ogni modo, l’Anas era rassicurante: “L’infrastruttura risulta sotto monitoraggio strumentale e le verifiche condotte al momento non restituiscono alcun dato anomalo. Ciò nonostante, sono in corso ulteriori approfondimenti tecnici sull’opera”. Venti giorni dopo, però, sono scattati i sigilli.
Poco distante da quel viadotto, lo stesso fiume minaccia la statale 121, la principale strada alternativa all’autostrada Palermo-Catania. A rischio è un ponte che porta lo stesso nome, “Cinque archi”, al momento chiuso al traffico: l’Anas motiva la chiusura con le “verifiche esperite per alcuni danni causati dalle precipitazioni”, annunciando lavori di “riqualificazione del ponte e delle opere di presidio idraulico sul fiume” per i quali “i fondi sono stati già reperiti” e che comprendono anche un intervento sul viadotto omonimo.
Nella stessa zona, ancora sull’autostrada “spezzata” dal cedimento del viadotto Himera, c’è un’altra emergenza. Un’emergenza per rimediare alla quale saranno necessari 17 milioni di euro, tanto che l’Anas ha deciso di “spacchettare” le opere in due tranche: si tratta del viadotto Cannatello, fra Resuttano e Ponte Cinque Archi, sul quale al momento è consentito il transito a doppio senso di marcia su un’unica corsia. L’Anas non specifica quale sia il problema che rende necessario un “progetto per la riqualificazione dell’intera opera”, ma sta di fatto che un primo lotto da 8 milioni e mezzo è già stato messo in gara, mentre l’altro, di importo analogo, è stato finanziato ma è ancora alla fase preliminare.
Più chiara è la situazione del viadotto “Coda di volpe”, nei dintorni di Bolognetta, ancora sulla statale 121. “L’opera in questione – annota Tonti – da tempo risulta sottoposta a monitoraggio strumentale. Di recente, le verifiche hanno restituito degli esiti che hanno indotto i tecnici preposti al servizio di manutenzione delle strade alla chiusura al transito dell’opera”. Al momento il problema viene aggirato con una deviazione sul vecchio percorso della statale, che scorre al fianco del viadotto. Per rimediare all’intoppo servirà un progetto. Che almeno fino alla prima decade di maggio non c’era ancora.
L’ultima priorità riguarda la statale 115, che collega Trapani e Siracusa percorrendo tutta la costa meridionale della Sicilia. Il punto interessato è la breve diramazione che collega Villaseta e Agrigento: quasi a metà del percorso il viadotto Akragas è stato chiuso al traffico a causa di “fenomeni degenerativi di alcune travi”: in sostanza, dalle analisi della struttura è emerso un pericolo per la stabilità, ma “le valutazioni tecniche – assicura Tonti – sembrano volgere verso esiti positivi delle verifiche che consentirebbero a breve la riapertura al transito del viadotto”. Nell’attesa, il traffico è stato deviato su strade locali. Insomma: chi si preoccupa per i rallentamenti della Palermo-Catania pensi che poteva anche andare peggio.

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28 Giugno 2015, 06:05

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