I colpi alla Smart del nipote del boss e nessun testimone

I colpi alla Smart del nipote del boss e nessun testimone

Ciò che è accaduto all'incrocio tra Corso Indipendenza e via La Marmora lo ha raccontato agli investigatori la stessa vittima dell'agguato.

CATANIA. Poco dopo le ore 14 di giovedì scorso, esattamente all’altezza dell’incrocio tra il trafficassimo Corso Indipendenza e via La Marmora, per alcuni istanti è stato l’inferno. Almeno due colpi esplosi esplosi verso la Smart guidata dal nipote del boss (ormai defunto) dei Cursoti milanesi, Rosario Pitarà, di cui uno mirato e diretto al ginocchio del 31enne alla guida.

Un avvertimento di stampo mafioso in piena regola molto probabilmente scaturito da questioni legate agli affari delle piazze di spaccio. Il fatto di sangue è accaduto, probabilmente tutt’altro che casualmente, all’altezza dell’intersezione tra due strade in cui non sono presenti telecamere di videosorveglianza. Non ne sono provviste nemmeno i vicini esercizi commerciali.
La vittima dell’agguato, il 31enne A. C. L., si è recato direttamente all’ospedale San Marco per essere medicato: da lì, l’allarme alle forze dell’ordine con i poliziotti della Squadra Mobile che si sono portati direttamente al presidio ospedaliero.
Una volta dimesso, il trentunenne è stato ufficialmente ascoltato dagli investigatori.

Chi ha sparato l’avrebbe fatto in sella ad uno scooter. Volto travisato dal casco e proiettili 7.65 fatti partire mentre si era in movimento.
L’intento era certamente quello di lanciare un segnale intimidatorio.
Le indagini della Polizia proseguono: ed al momento, non vi sono testimoni. Se non la vittima.


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