21 Novembre 2012, 11:53
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CATANIA – Le associazioni dei consumatori tracciano un primo bilancio del piano Sigonella 2012, a poche ore da quello positivo espresso dalla Sac. Il rapporto diretto e costante con il mondo degli utenti li vede impegnati, fianco fianco, nella tutela dei diritti dei cittadini. E se si parla dell’aeroporto internazionale di Fontanarossa, con annessa riqualificazione, sono pronti ad effettuare un’analisi, evidenziandone i punti critici.
“Al di là dei doverosi trionfalismi da parte della Sac – commenta Giovanni Petrone, presidente del Codacons – avremmo gradito che i disagi ai passeggeri non si fossero manifestati sin dall’inizio. I primi cinque giorni sono stati critici: fra le lamentele più frequenti, l’incertezza del recupero dei bagagli in arrivo e la sosta esageratamente prolungata nello scalo di Fontanarossa prima di poter usufruire del servizio navetta per Sigonella”. “La situazione attuale – prosegue Petrone – sembra migliorata. Noi continueremo, comunque, a vigilare attraverso l’attività effettuata dagli ispettori con l’obiettivo di presentare, se necessario, istanze in grado di sostenere l’utenza, nonostante la nostra volontà collaborativa non sia particolarmente supportata dalla Sac”.
Mancanza di dialogo, dunque, e poco coinvolgimento sono due elementi che emergono anche dalla riflessione fatta dal presidente dell’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori. “Da un anno e mezzo – dice Claudio Melchiorre, presidente dell’Adoc – non riceviamo da parte della società aeroportuale l’invito a realizzare una vera e propria rete comunicativa atta ad operare in sinergia e per il bene dell’utenza. È il terzo anno che veniamo, ad esempio, menzionati nella Carta dei Servizi pubblicata dalla Sac senza, però, essere realmente coinvolti nel progetto”.
E sulla sospensione dell’attività a Fontanarossa precisa: “Lo sapevamo già da tre anni, ma solo 15 giorni prima dell’effettiva chiusura è iniziata un’attività programmatica che, dato i tempi esigui, non ha prodotto strategie risolutive in grado di fronteggiare decisamente gli eventuali disagi”. In quanto ai costi sostenuti per i lavori di “make up” dello scalo etneo, il presidente dell’Adoc sottolinea: “Piuttosto che spendere cifre esorbitanti per la riqualificazione della pista, ritengo fosse stato più vantaggioso valutare l’ipotesi della realizzazione, ex novo, dell’aeroporto intercontinentale nella Piana di Catania. Area attualmente inutilizzata, tenendo presente l’impossibilità di estendere oltre la superficie già occupata quello di Fontanarossa, circoscritto in una zona al limite fra il mare e il centro urbano”. “Inoltre, – conclude Melchiorre – il costo dell’adeguamento temporale dell’aeroporto militare di Sigonella in civile ha raggiunto cifre come 800 mila euro, a fronte di un milione di euro necessari per l’apertura definitiva di quello di Comiso, decisamente più vantaggioso in termini di sviluppo economico e sociale del territorio”.
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21 Novembre 2012, 11:53