29 Febbraio 2020, 11:05
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PALERMO – Mario Li Castri e Giuseppe Monteleone, ex dirigenti del Comune di Palermo, tra gli arrestati per corruzione, nel marzo 2018 erano stati condannati a due anni, in primo grado, insieme ad altre 19 persone (funzionari comunali, tecnici, imprenditori e un notaio), per la lottizzazione abusiva di via Miseno (dove entrambi risultano residenti e dove 12 villette sono state confiscate dalla magistratura), nella borgata marinara di a Mondello. Sulla vicenda, spiega l’avvocato di Li Castri, Marcello Montalbano, “è in corso il processo d’appello, anche per quanto riguarda la confisca. La lottizzazione – aggiunge – non riguarda l’attività di pubblico funzionario di Li Castri”. La terza sezione penale, allora presieduto da Marina Petruzzella, trasmise gli atti alla Procura per nuove indagini sui casi emersi in dibattimento e rimasti fuori dal processo. Poco prima della sentenza di primo grado Li Castri era stato nominato dall’amministrazione comunale nel Cda dell’Amg Gas. Nell’agosto 2015, quando Li Castri era già stato rinviato a giudizio, fu comunque nominato dirigente comunale. Al processo il Comune si costituì parte civile per aver subito un “danno d’immagine” e gli fu riconosciuta una provvisionale di 500 mila euro. Secondo il pm Francesco Gualtieri, titolare dell’accusa nel processo di primo grado, per costruire le villette era necessario che il Consiglio comunale approvasse un piano particolareggiato, passaggio che non avvenne. Come si evince dall’ordinanza emessa oggi dal Gip Michele Guarnotta, tre degli indagati (Li Castri, Monteleone e Fabio Seminerio) risultano residenti in via Miseno. Li Castri e Monteleone furono condannati, mentre la posizione di Seminerio fu dichiarata prescritta.
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29 Febbraio 2020, 11:05