07 Marzo 2017, 12:45
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PALERMO – Sono fuggiti dalla cabina di regia annunciata da Crocetta. Annunciano nuove manifestazioni di fronte a Palazzo d’Orleans. Guardano con scetticismo, se non con ostilità, alle scelte del governo. I disabili siciliani hanno preso le distanze da Rosario Crocetta. Si sentono ingannati, dal governatore che pensava di aver risolto il problema con l’istituzione di uno striminzito Fondo, con la solita denuncia di ‘manciugghia‘, con la convocazione massiccia dei direttori generali delle Asp e con l’istituzione di una roboante task force. Ma proprio da quest’ultimo organismo, i rappresentanti dei disabili hanno fatto le valigie. “Una presa in giro”, le parole. O poco più.
Eppure, il presidente aveva gonfiato il petto dopo l’addio dell’assessore Gianluca Micciché, travolto dalle polemiche successive al servizio delle Iene. Crocetta aveva, ovviamente, scaricato sul suo ex componente della giunta tutte le responsabilità del caos e aveva però aperto all’ottimismo: “Adesso, l’assessore sono io”. E i risultati sono già fallimentari.
E a dirlo sono gli stessi disabili, per intenderci. Nel giro di poche ore, a lasciare la cabina di regia sono stati il garante per la disabilità Giovanna Gambino e uno dei più combattivi rappresentanti dei disabili siciliani, Giovanni Cupidi. Le parole durissime di quest’ultimo svelano il bluff del governatore: “Il Presidente – ricorda il vicepresidente dell’associazione ‘Insieme per l’Autismo Onlus’ – ci ha assicurato una soluzione rapida, entro uno o due mesi, per adeguare le ore di assistenza domiciliare alla nostre reali esigenze”. Ma “ad oggi – continua – nulla si è mosso. In 15 giorni, non ho ricevuto nessun invito a partecipare, ma solo la notifica della avvenuta istituzione della cabina di regia, senza alcuna data di inizio dei lavori”. Cupidi fa poi riferimento alla creazione del Fondo da 36 milioni di euro: “La cifra stanziata – spiega – è assolutamente insufficiente a garantire a noi disabili l’assistenza indispensabile. Inoltre, la Presidenza continua a sostenere l’idea di utilizzare come operatori per l’assistenza domiciliare personale precario afferente agli enti locali, senza alcuna preparazione specifica per la cura e l’assistenza di persone affette da grave disabilità, su base volontaria e attraverso incentivi per il loro utilizzo, di fatto proponendo di mettere la nostra vita e la nostra salute nelle mani di gente incompetente e inesperta”. Cupidi quindi parla di “cabina fantasma”, un “organismo nato solo per costruire un alibi alla cecità di questa amministrazione”.
Una scelta, quella di Cupidi, condivisa anche da altri soggetti che storicamente si occupano dell’assistenza ai disabili. È il caso del “Forum del Terzo settore”, che raccoglie decine di associazioni. “Il presidente Crocetta – dice il portavoce siciliano Pippo Di Natale – non può ritenere che governare sia come essere tra le mura amiche di un salotto televisivo. Dove le domande sono fatte per consentirgli di presentarsi quale paladino senza macchia e paura. L’unico in grado di risolvere in pochi giorni i problemi che gli assessori da lui nominati non sono stati in condizione di fare. Dimentica il Presidente – aggiunge -che le scelte politiche non si fanno a beneficio delle telecamere ma delle persone in carne e ossa. La scelta di Giovanni Cupidi (a cui va la nostra solidarietà) di dimettersi dalla cabina di regia voluta televisivamente da Crocetta la dice lunga sulla capacità di questo governo a dare risposte al mondo della disabilità. La finisca – ha aggiunto di Natale – di dare fondo alla sua inesauribile fantasia e apra una discussione seria con il mondo delle associazioni dei disabili e delle loro famiglie per trovare non improbabili soluzioni ma risposte concrete ai bisogni che il mondo della disabilità esprime”.
Uno “schiaffo” alla Regione che non è, però, nemmeno isolato. Giovedì, ad esempio, è prevista davanti Palazzo d’Orleans una nuova manifestazione di protesta, organizzata dall’associazione Anffas Onlus Sicilia. Il motivo? Sempre quello: “Le mancate o insufficienti risposte delle istituzioni regionali – spiega Pippo Giardina, presidente dell’associazione – stanno compromettendo sempre più la qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro familiari. Stiamo assistendo ad una vera e propria negazione dei diritti: dai servizi di assistenza scolastica all’assistenza domiciliare, le persone con disabilità siciliane sembrano essere cittadini di serie B. Adesso basta, è in gioco il loro futuro”.
E i dubbi sulle risposte del governo ai problemi dei disabili sono davvero tanti: “Le misure del governo regionale per i disabili – hanno dichiarato ad esempio in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil, Spi, Fnp e Uilp siciliane – non solo non danno risposta adeguata al bisogno di assistenza per chi soffre di disabilità gravissime, ma sono il modo per non affrontare le gravissime carenze del sistema di welfare regionale nei confronti dei soggetti più fragili”. Le associazione chiedono poi, a proposito del Fondo da 36 milioni, “se si tratta di nuovi finanziamenti o se piuttosto non si stia tentando il gioco delle tre carte con i fondi già certi del piano nazionale”. Un bluff nel bluff.
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07 Marzo 2017, 12:45