Cronaca

I droni con la droga nelle carceri, scattano gli interrogatori

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01 Agosto 2024, 05:01

2 min di lettura

CATANIA – Si inizia con una rogatoria nel carcere più lontano di tutti a Catanzaro, in Calabria. Avranno inizio quest’oggi, con l’esame del 32enne Luca Aurora, gli interrogatori dei presunti “spacciatori delle carceri”, coloro che avrebbero consegnato con i droni droga e telefonini nei penitenziari di mezza Sicilia.

Le consegne sarebbero avvenute un po’ dappertutto, dal carcere di Enna – dove poi è partita l’inchiesta della polizia che ha mandato tutto a gambe all’aria – a Caltagirone, Augusta e persino Palermo. All’Ucciardone, dove pure si sarebbero attrezzati con modi più “tradizionali”; e al Pagliarelli, dove la consegna fallì perché il drone fece cilecca.

Le accuse

All’indomani dell’operazione della Squadra mobile di Enna e della Polizia Penitenziaria, si parte dunque oggi. Il catanese Aurora, difeso dall’avvocato Andrea Gianninò, era già detenuto in Calabria. Intanto iniziano a trapelare maggiori particolari sulle accuse contestate ai singoli indagati. Sarà interrogato per rogatoria dal gip di Enna Giuseppe Noto.

I fatti risalgono a quando era detenuto al carcere di Enna, dove avrebbe ricevuto hashish, cocaina e un numero imprecisato di telefonini attraverso un drone arrivato nella sua cella. Esattamente al 7 settembre dell’anno scorso. A spedire il “pacco” con un drone sarebbero stati, assieme a un indagato a piede libero, Filippo Boccaccini, Salvatore Agatino Famà e Manuela Finocchiaro.

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Il micro-cellulare

Ad Aurora è contestato inoltre di aver ceduto un micro-cellulare per 50 euro a un detenuto dell’Ucciardone di Palermo, e di avergli ceduto anche hashish; oltre a un’altra vendita di fumo all’interno della casa circondariale Luigi Bodenza di Enna.

Il 49enne catanese Filippo Boccaccini è colui che avrebbe consegnato la droga con un drone al carcere di Caltagirone. Il fatto risale al settembre del 2023. Qualche giorno dopo, poi, l’avrebbero accusato di detenzione ai fini di spaccio di mezzo chilo di hashish, in concorso con un minorenne.

Boccaccini, un nome che ritorna

Boccaccini poi è sempre il nome che ritorna nell’ordinanza. Questo perché lui è accusato del maggior numero di ipotesi, coinvolto in 19 delle 32 ipotesi di reato. È accusato di esser stato a Enna, come detto, poi ad Augusta, sempre lo scorso settembre. Poi persino a Palermo, nella seconda metà di settembre.

A lui, assieme ad altre due persone, è contestata l’ipotesi di tentata cessione di stupefacenti, fallita per il “malfunzionamento del drone”, al Pagliarelli. E a Taranto, il 22 settembre.

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01 Agosto 2024, 05:01

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