I ferrovieri scendono in piazza | Sit-in contro la legge Fornero

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29 Maggio 2014, 13:58

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PALERMO – Un protesta simbolica per dire no alla legge Fornero. Questa mattina il personale mobile delle Ferrovie, che comprende macchinisti, capi treno e manovratori, ha dato vita ad un sit-in in piazza Giulio Cesare per contestare l’innalzamento dell’età pensionistica da 58 a 67 anni prevista dalla riforma del lavoro varata nel dicembre 2011 dall’ex ministro del governo Monti.

Davanti all’ingresso della stazione, nel giorno del terzo sciopero di categoria in appena due mesi, i lavoratori hanno formato una catena umana per protestare, in maniera assolutamente pacifica, contro quello che ritengono essere un trattamento discriminatorio. Distribuiti, inoltre, volantini e manifesti, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e informare i cittadini sui motivi della contestazione.

Così Stefano Salerno della segreteria regionale di Orsa Ferrovie: “E’ inaccettabile che le nostre condizioni di lavoro siano state cambiate in appena venti giorni dall’ormai dimenticato governo dei tecnici. Studi scientifici hanno dimostrato che la vita media di un lavoratore appartenente al personale mobile è di 64,5 anni. In tal modo rischiamo di morire sul posto di lavoro. Siamo stati derubati di un diritto acquisito che ci siamo conquistati negli anni e che non può essere cancellato con un colpo di spugna”.

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Gli fa eco Salvatore Genovese, segretario regionale del Fast-Ferrovie: “Il nostro intento è quello di far luce sulle problematiche causate dalla legge Fornero, che ha mutato gli assetti pensionistici della nostra categoria, nonostante il lavoro usurante che ci viene richiesto. E’ inaccettabile – prosegue – obbligarci a prestare servizio sino a 67 anni, necessitiamo di quei diritti che sino al 2011 ci venivano garantiti. Ecco perché è nostro intento avanzare una proposta di legge popolare, applicando l’articolo 71 della Costituzione, che tuteli tutto il personale mobile”.

Secondo Alessandro Valenti della Filt Cisl “è impossibile tollerare questa radicale variazione dell’età pensionistica per un tipo di attività che non è per nulla sedentaria ma che al contrario richiede un dispendio energetico tutt’altro che indifferente, considerando che chi lavora a bordo, tra gli altri aspetti, è costretto a pasti saltuari e a dormire in modo irregolare”. “Quelle che svolgiamo quotidianamente – conclude – sono attività gravate di enormi responsabilità, dato che sui treni si trasportano persone, e di questo non si può non tenere conto”.

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29 Maggio 2014, 13:58

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