01 Ottobre 2009, 10:26
1 min di lettura
“La bronchite viene a qualsiasi bambino, indipendentemente da dove vive”. Inizia così lo sfogo di Giovanna Gaglio, la madre di Morena, la bimba morta qualche giorno fa.
Non basta il dolore, la rabbia disarmante e disarmata di chi è stato privato di un dono così grande e non ne può attribuire la responsabilità a nessuno. Sulla storia di Morena, in questi giorni, si sono spese tante parole. Ma ci sono state anche tante inesattezze. Così i coniugi Gaglio vogliono fare chiarezza su quello che sarebbe dovuto essere un lutto intimo, privato, ed è invece diventato un caso mediatico.
“Mia figlia è nata con un’ernia diaframmatica, è stato quello a causarle la morte. Se fosse sopravvissuta all’intervento, negli anni avrebbe dovuto subirne degli altri, si trattava di una patologia cronica – prosegue la madre Giovanna – quello che è emerso dalla stampa, invece, è che la bambina sia morta in un container, vittima di un degrado economico, sociale e culturale. La mia famiglia non viveva più in via Messina Montagne da quasi 4 mesi e di certo non perché avessimo strumentalizzato il quadro clinico di nostra figlia. La bambina aveva la sua casa, fino alla fine non le abbiamo fatto mancare niente. Le dirò di più: alcune persone che aspettano la casa … anche loro hanno usato la storia di mia figlia”.
“Tutte queste dicerie – dice il padre Simone – stanno creando un doppio dolore. Come se il nostro lutto non fosse già abbastanza grave. A noi non lo dicono direttamente, ma le persone si chiedono se la morte della bambina sia una nostra responsabilità. Ancora adesso, in strada, mi sento osservato, come se avessi lasciato morire mia figlia nel degrado. La bambina ha avuto tutto quello di cui aveva bisogno. Ora noi vogliamo soltanto che riposi in pace” .
Pubblicato il
01 Ottobre 2009, 10:26