“I giornalisti non sono domestiche”

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23 Giugno 2010, 12:12

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Vittorio Corradino

Vittorio Corradino, presidente dell’Ordine dei giornalisti siciliano, può esistere una sorta di esclusiva per i giornalisti che lavorano da collaboratori esterni?
“In linea generale, chi è collaboratore può collaborare con tutti i giornali che vuole. Questo, se si intende il ruolo classico del free-lance. Qualsiasi forma di esclusiva può essere chiesta solo se c’è un rapporto di lavoro sancito da un contratto da redattore ordinario a tempo pieno, il cosiddetto articolo uno. In caso contrario il giornalista è libero di collaborare con chi vuole. Poi c’è però l’azienda che, dal canto suo, può decidere di privarsi del lavoro di un collaboratore”.

E se ciò avviene dopo un aut-aut, “o solo con noi, o niente”?
“Questo attiene allo stile dell’azienda, e del direttore della testata. Eventuali conflitti possono sorgere solo quando le collaborazioni riguardano due realtà direttamente concorrenti. Se, invece, si tratta di lavorare per due giornali che operano in ambiti diversi con sfere di competenze differenti, non vedo che problema possa esserci”.

Cosa può fare l’Ordine per contrastare questa pratica?
“Prima di tutto i casi di questo genere devono essere denunciati e documentati. Dopodichè l’Ordine deve agire per tutelare la professionalità e il decoro dell’iscritto. E nel caso di un free-lance, che gli venga riconosciuto il diritto di avere più collaborazioni”.

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Può essere avviata un’indagine su larga scala?
“No, perché si tratta di situazioni che riguardano ambiti strettamente personali. Non si può generalizzare, perché ci possono essere anche casi di reale conflitto. Ogni caso va preso a sé ed esaminato. Che vengano presentati i casi, e di sicuro verranno valutati”.

Ma un problema di fondo c’è.
“Il problema è che ormai i rapporti di collaborazione sono trattati in modo anarchico. A volte sembra che gli editori vogliano considerare i giornalisti come delle domestiche a ore”.

Per finire, c’è pur sempre un tariffario per le prestazioni di lavoro giornalistiche.
“È una questione che riguarda la dignità e il decoro della professione. Nei nostri tentativi di fare rispettare il tariffario spesso il Garante per la libera concorrenza ci ha messo i bastoni tra le ruote, affermando che in un libero mercato non possono essere stabilite tariffe minime. Ma vale ricordare che l’ultimo tariffario approvato è pur sempre in vigore, non è stato abolito, e bisogna farci i conti”.

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23 Giugno 2010, 12:12

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