28 Luglio 2013, 18:53
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PALERMO – Parlare di accerchiamento è forse troppo. Ma che le ultime settimane non siano state le più semplici nei nove mesi da assessore per Nicolò Marino è fuori discussione. Il magistrato voluto da Rosario Crocetta all’Energia si trova ormai da giorni in mezzo a un fuoco incrociato di polemiche, bersagliato da una parte dal Partito democratico, con cui è arrivato allo scontro totale sul fronte dell’acqua pubblica, e dall’altra da Confindustria, con cui ha duramente polemizzato a proposito di rifiuti. Scontri aspri, con battute al veleno, in entrambi i casi. E in entrambi i casi con una costante, il silenzio o quasi di Rosario Crocetta che non è esattamente intervenuto a difesa del suo assessore. Anzi.
Emblematica è stata proprio la vicenda rifiuti. Con Marino che con un comunicato al vetriolo stigmatizzava il tentativo della Confindustria siciliana e di Legambiente di stoppare il commissariamento per l’emergenza discariche. Un tentativo, peraltro non riuscito, che proprio non è andato giù all’assessore all’Energia. Il comunicato di Marino, era il 9 luglio, segnò un attacco durissimo a Confindustria e al suo numero due, Giuseppe Catanzaro, tirato in ballo dall’assessore per i suoi interessi “nelle vecchie e care discariche”, come quella da lui gestita a Siculiana. Ventiquattro ore dopo, però, fu il presidente della Regione a battere un colpo. E non proprio per prendere le difese di Marino, quanto piuttosto per lodare l’impegno per la legalità della Confindustria di Antonello Montante, grande sponsor del presidente, dicendosi sicuro che l’incidente sarebbe stato superato. Marino tirò dritto, in quella circostanza, ribadendo le sue ragioni. Ma un po’ più solo.
Nel frattempo, un altro fronte impegnava l’assessore. In un’escalation polemica che ha raggiunto i suoi picchi nei giorni scorsi. Lo scontro è quello sull’acqua pubblica. Con il Partito democratico molto critico sul disegno di legge governativo presentato dall’assessore, che, a detta dei democratici, va contro gli impegni assunti in campagna elettorale da Crocetta perché favorirebbe l’inserimento di operatori privati. La polemica è salita progressivamente nei toni, fino ad arrivare al suo apice negli ultimi giorni con l’accusa dei deputati del Pd, che hanno abbandonato i lavori in commissione, di volere “abbracciare il Pdl”. Anche in questo caso Marino ha risposto a tono. Ma anche in questo caso non si è notato un intervento di Crocetta in sua difesa. Anzi, venerdì mattina, il segretario del Pd Giuseppe Lupo (che pure aveva sancito una sorta di tregua poche ore prima con Marino), all’indomani di un faccia a faccia chiarificatore con il governatore, ha diramato un comunicato stampa che testualmente annunciava: “Il Pd e il presidente Crocetta vogliono l’acqua pubblica e si impegneranno affinché, già a partire da martedì prossimo, grazie alla partecipazione del presidente Crocetta ai lavori della commissione Ambiente, la riforma possa riprendere al più presto il suo cammino”.
In mezzo a tante baruffe, una polemica nuova di zecca l’ha tirata fuori il democratico Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive, che ha accusato Marino di “atti illegittimi e punitivi” in merito a una consulenza assegnata ignorando, a detta del deputato Pd, una graduatoria pubblica. Anche in questo caso Marino ha fornito una risposta dettagliata, spiegando le ragioni della scelta operata dagli uffici e parlando di “deriva istituzionale” dei deputati del Pd.
Questo il clima. Tornando al tema dell’acqua, ci si aspettava un intervento di Crocetta sull’argomento (peraltro inserito all’ordine del giorno nel comunicato inviato alle redazioni) nel corso della conferenza stampa di venerdì. Ma alla fine, il governatore ha parlato di Pip, Irpef e Formazione, dimenticando l’acqua pubblica. Se ne saprà di più martedì in commissione. Dove non è da escluderei si ripeta il copione visto venerdì sull’Irpef, col governatore che, dopo le proteste del Pd, fa una clamorosa marcia indietro sganciandosi dal suo assessore tecnico Luca Bianchi, salvo poi ribadirgli pubblicamente la fiducia.
Di certo, il “caso Marino” solleva la questione dei rapporti tra governo e maggioranza e di come tra questi due soggetti il dialogo fin qui non sia stato esattamente da manuale. Le tensioni nei mesi scorsi hanno riguardato altri esponenti della giunta, soprattutto Nelli Scilabra, bersagliata per settimane dal fuoco amico della sua stessa maggioranza. Il sempre pratico Antonello Cracolici ha ribadito il punto venerdì sera, dopo la clamorosa marcia indietro di Crocetta sull’aumento dell’Irpef, che ha in qualche sconfessato, con una certa dose di confusione e improvvisazione, l’assessore al Bilancio Luca Bianchi: “La vicenda Irpef – ha detto Cracolici – dimostra che quando non c’è concertazione nell’azione politica di un governo, si va a sbattere. Per quel che mi riguarda, lo avevo già detto alcuni giorni fa all’assessore Bianchi: non avrei votato una norma in base alla quale, per pagare i crediti alle imprese, si aumentano le tasse ai siciliani che già le pagano”.
La querelle porta dritta al tema del rimpasto. Che c’è da scommettere tornerà presto d’attualità. Anche alla luce dei crescenti mal di pancia “tecnici” (vedi appunto Bianchi, ad esempio), causati dalle esigenze “politiche” di un governatore che non può rischiare di trovarsi del tutto isolato.
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28 Luglio 2013, 18:53