31 Ottobre 2011, 10:14
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Il giorno dopo la polemica non si placa. L’intervento di Ingroia ieri ha suscitato un fuoco di fila di giudizi. L’affermazione “partigiana” del magistrato ha messo il dito nella piaga incancrenita sui rapporti tra giudici e politica. Antonio Ingroia aveva il diritto di dire quello che ha detto, da semplice cittadino, oppure le sue affermazioni – nonostante la dichiarazione di principio – inficiano la terzietà del suo ruolo? Dopo le cannonate della politica, tocca ai giornali. “Il Giornale” dedica al magistrato palermitano la copertina. Foto d’apertura e un fondo scritto dal direttore, Alessandro Sallusti. Titolo: “Questo pm confessa: sono un partigiano”. “Ci sono voluti diciott’anni – scrive Sallusti -, ma alla fine lo hanno ammesso: nei confronti di Silvio Berlusconi e della politica non tutta la magistratura è imparziale. A dirlo è uno dei procuratori simbolo della siinistra, Antonio Ingroia, leader dell’antimafia siciliana, l’accusatore, tanto per intenderci, di Marcello Dell’Utri. (…) L’outing di Ingroia permette finalmente di rileggere, e riscrivere, la recente storia dei rapporti tra politica e giustizia: pm di parte hanno tentato di abbattere Silvio Berlusconi e la sua maggioranza…”. Impietosa la sentenza: “Ingroia andrebbe allontanato dalla magistratura”.
“Repubblica”, quotidiano di area opposta – per contrappeso – intervista il procuratore Roberto Scarpinato (nella foto). Nel pezzo firmato da Salvo Palazzolo, Scarpinato dice: “Tutti i magistrati sono partigiani della Costituzione, perché sulla Costituzione hanno giurato. Curioso che faccia scalpore un’affermazione direi elementare che gli studenti di Giurisprudenza apprendono all’inizio el loro corso. E come tale, si può, anzi si deve ribadire in tutte le sedi: il magistrato è prima di tutto sottoposto alla legge delle leggi, ovvero alla Costituzione (…). E’ tutt’altra questione quella della candidatura di un magistrato. E non discutiamo neanche della partecipazione dei magiastrati alla vita politica. Chi vuole portare il dibattito su questo versante forse ha dimenticato i principi fondamentali del diritto. la verità è che la politica passa, lo Stato resta. E la Costituzione è il patto fondamentale dello Stato”. Sono i capisaldi su cui, probabilmente, sentiremo ancora discutere nelle prossime ore.
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31 Ottobre 2011, 10:14