04 Dicembre 2012, 07:15
6 min di lettura
PALERMO – Si tratta. E l’ipotesi Ardizzone alla Presidenza dell’Ars guadagna sempre un po’ più di consistenza. Anche se la quota “sessanta”, che consente l’elezione alla prima votazione, pare lontana. Giornata di colloqui, quella di ieri. Incontri che proseguiranno oggi. E che dovranno in qualche modo consentire di piazzare tutte le caselle al loro posto. E se per il presidente dell’Assemblea, il nome del deputato messinese pare quasi certo, almeno alla seconda votazione (quando basterà la maggioranza di 46 deputati), e se anche per uno dei due “vice” la soluzione appare chiara almeno nel “colore” (andrà al Pd), potrebbe essere “battaglia” sull’altro vice. Al momento, a contenderselo sono il Pdl, che lo richiede a gran voce, e il Movimento cinque stelle. Che non vuole fare sconti.
“Qualcuno pensa – ha tuonato l’ultimo candidato alla presidenza Giancarlo Cancelleri – che qui possano trattarci come dei ragazzini sprovveduti. Hanno fatto male i conti. Noi non chiediamo nulla, solo perché sappiamo quello che ci spetta: siamo il gruppo più numeroso all’Ars”. Un gruppo che si riunirà domani, per fare il punto al proprio interno. Anche sui nomi da indicare per le cariche all’interno di Palazzo dei Normanni. E lo stesso Cancelleri, già individuato come capogruppo, potrebbe essere il candidato alla vicepresidenza del proprio partito. In quel caso, potrebbe decidere di passare la mano della presidenza del gruppo dei grillini a un collega di partito. Insomma, nonostante qualche deputato dei gruppi di opposizione ieri ironizzasse sul fatto che “con i grillini è impossibile parlare…”, i deputati “a cinque stelle” non appaiono affatto disinteressati ai ruoli del Palazzo: “Certe logiche di spartizione però – precisa Cancelleri – a noi non interessano affatto. Ma vogliamo ricoprire, con ruoli importanti, posizioni che ci consentano di portare avanti i nostri programmi politici”. E così, ecco che gli esponenti del Movimento, che dicono di aver parlato, al momento, “solo con l’onorevole Malafarina”, puntano anche alla presidenza di almeno una commissione. Una in particolare, quella al “Territorio e ambiente”. E in questo senso, all’interno del gruppo, potrebbe esserci una naturale candidata: “Penso che Angela Foti – dice Cancelleri – possa ricoprire quel ruolo in maniera degnissima. Da tanti anni fa parte della rete ‘Rifiuti zero’. Insomma, in pochi conoscono l’argomento rifiuti meglio di lei. Ma sui nomi – puntualizza il deputato nisseno – ci confronteremo e decideremo tutti insieme”. E il tempo stringe. Dopodomani si vota. E non è affatto scontato il sì dei grillini alla proposta Ardizzone. “Sappiamo che uno dei partiti che ha sostenuto Crocetta di accaparrerà il ruolo di presidente. Ma avevamo chiesto una figura che rappresentasse la discontinuità col passato. E un deputato che è a Sala d’Ercole da quattro legislature non mi pare possegga quell’identikit”.
Ma l’ipotesi Ardizzone ha intanto il sostegno della maggioranza. Una maggioranza che cresce giorno dopo giorno, dopo i passaggi di Lo Giudice al gruppo Territorio e di D’Agostino in quello di Crocetta presidente. Così, ecco che oggi i deputati a sostegno del governo sono 41. “Stiamo lavorando – ha spiegato però il segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia – non all’elezione di una persona, ma ad un test istituzionale aperto a tutte le forze politiche rappresentate in aula, in modo da fare funzionare bene, e da subito, il parlamento siciliano. Sala d’Ercole – ha aggiunto D’Alia – è chiamata a votare da qui a Natale una serie di provvedimenti strategici per il futuro dell’Isola, a cominciare dal bilancio. Bisogna avere, quindi, immediatamente le commissioni e l’ufficio di Presidenza in piena attività. E’ un atto di responsabilità per tutti coloro che siedono in Parlamento: il Parlamento è patrimonio di tutti e non solo della maggioranza”.
Parole attese dalle forze di opposizione. Che si dicono pronte a “collaborare”, purché si riconosca a ciascun partito un ruolo all’interno dell’Aula. Così, la frenata del segretario regionale del Cantiere popolare Rudy Maira pare più una mossa “di maniera”: “C’é un percorso avviato ma non ancora concluso – ha detto – sulla definizione degli assetti istituzionali all’Assemblea. Il tavolo aperto tra la coalizione di Crocetta e le forze di minoranza è senza dubbio una premessa importante per lavorare insieme nell’interesse dei siciliani, ai quali dobbiamo tante risposte concrete. In un parlamento regionale in cui i numeri della maggioranza e della opposizione sono confusi, – ha aggiunto – c’é bisogno di concordia e di accordi alla luce del sole”. “Sulla candidatura di Giovanni Ardizzone alla presidenza dell’Ars noi abbiamo espresso un’adesione – conclude – ma ora è necessario addivenire a un accordo complessivo che garantisca al parlamento piena funzionalità e rappresentanza nell’interesse dei siciliani e con l’obiettivo di risolvere emergenze e problemi su cui il governo di Rosario Crocetta ha il più importante banco di prova”. Secondo le indiscrezioni trapelate nel pomeriggio, il Cantiere popolare (che non ha rinunciato comunque a un suo uomo alla vicepresidenza, ma l’ipotesi appare remota), punta sostanzialmente, oltre a un posto nel Consiglio di presidenza, che spetta di diritto a ciascun gruppo (ma in questo caso i centristi di Saverio Romano puntano al ruolo di questore), anche alla presidenza di una Commissione. In questo caso, l’obiettivo più ambito sembra rappresentato dalla Commissione Sanità, dove il Cantiere popolare propone i nomi di Pippo Gianni e Salvatore Cascio, entrambi medici.
Per restare nella coalizione di centrodestra, il Pdl, come detto, dovrà respingere la controffensiva dei grillini sulla vicepresidenza. Dove gli azzurri avrebbero già individuato i nomi. L’idea generale è quella di rispettare entrambe le anime del partito (ex An ed ex Forza Italia). Un deputato sarà indicato per la vicepresidenza, quindi, un altro sarà il capogruppo. E i nomi in ballo al momento sono due: l’ex vicecapogruppo Salvo Pogliese e l’altro deputato confermato Francesco Scoma. L’altro vicepresidente sarà scelto tra i deputati del Partito democratico. E in questo senso, il nome di Antonello Cracolici è tra i più quotati, anche per sopire qualche malumore: “Vedremo quanto dura” aveva detto l’ex capogruppo dopo l’ufficializzazione della giunta. E a proposito di capogruppo, il nome che circola maggiormente è quello di Baldo Gucciardi. Mentre bisognerà dare il giusto riconoscimento al risultato elettorale di Franco Rinaldi, il più votato tra i novanta deputati. A lui spetterà un ruolo nel consiglio di presidenza, o la presidenza di una Commissione importante (quella del Lavoro, o del Bilancio).
Per il resto, gli altri partiti fanno un po’ melina. E attendono di capire le mosse della maggioranza. Così, il coordinatore regionale del partito dei siciliani, Rino Piscitello, conferma di aver incontrato i segretari di Pd e Udc, Lupo e D’alia e di aver dato il proprio “ok” alla proposta Ardizzone. Un via libera che dovrebbe essere alla base di un accordo complessi. “Non abbiamo manifestato – ha detto Piscitello – nessuna esigenza e nessuna proposta. Chiediamo solo che tutti i partiti possano essere rappresentati, in modo da garantire equilibrio all’Assemblea”.
Un equilibrio che potrebbe essere portato all’estremo: sono dieci i gruppi potenziali all’Ars. E ciascuno gruppo potrebbe esprimere un presidente. Mentre le differenze, in base al numero e al peso dei gruppi, potrebbero essere determinate, appunto, dai ruoli di punta nel Consiglio di presidenza. Un Consiglio al momento composto da nove figure (presidente, due vice, tre questori e tre segretari).
Tutti questi ragionamenti, però, andranno affinati fino ai minuti che precederanno la votazione del presidente dell’Ars. E che hanno, ovviamente, oltre a quella politica, anche una valenza economica. Le indennità “di carica”, infatti, seppur di molto ridotte durante l’ultima presidenza di Francesco Cascio rappresentano in certi casi un bonus molto sostanzioso. Al presidente, infatti, spettano 4.866,34 euro in più rispetto all’indennità; i vice andranno 3.244,22 euro; poco meno: 2.924,86 euro vanno ai tre deputati questori; 2.089,18 ai tre segretari (che potrebbero quindi diventare quattro) e ai presidenti delle 12 commissioni; sempre nelle commissioni, 522,30 euro spettano ai vice, 261,15 euro ai segretari. Insomma, anche anche le “ampie convergenze” e la ricerca dell’equilibrio hanno un prezzo.
Pubblicato il
04 Dicembre 2012, 07:15