05 Giugno 2011, 00:36
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Palermo è la capitale mondiale dei miracoli. E’ il posto con la più alta densita di prodigi. Ci sono angeli custodi sulle strisce pedonali, anime celesti all’angolo con via Mariano Stabile. Ci sono fiori che di notte emettono un profumo sconosciuto di giorno. E cani che si struggono per vera passione. Ci sono farfalle atterrate dal paradiso, ragazzini con la maglia rosanero, nascosti in corpi di signori a cinquant’anni. C’è Mozart nello stridore delle canzonette e dei caffè del centro.
Nella mia carriera di cronista, ho incontrato miracoli e miracolati. Ma così tanti che l’altra volta mi è venuta voglia di inventarmi un ritaglio di umanità.
E ho comprato un mazzo di rose in via Notarbartolo. Non è importante il destinatario. E’ che ho osservato un fenomeno strano dal parcheggio alla redazione. Ci vogliono cinque minuti a piedi. Ho attraversato una fetta di città. Tutti si sono voltati a guardarmi. Che curioso lo spettacolo di un uomo grasso, con un principio d’asma e i fiori in mano. Qualcuno c’è rimasto a bocca spalancata. L’ampiezza delle forme sottolineava il profilo delicato e scarlatto. Le rose di per sé nemmeno le notiamo. Però, se splendono tra le dita che non ci aspettiamo…
La bellezza di Palermo non la scorgiamo. Eppure, c’è. L’abbiamo davanti ogni giorno. Avremmo bisogno che fosse portata in giro, contabbandata, annunciata, sistemata accanto alla munnizza. La vedremmo finalmente e ci lasceremmo cascare addosso i miracoli quotidiani contro cui, purtroppo, inciampiamo. Quattro prodigi normali mi sono tornati alla memoria. Li metto in circolo e se qualcuno vorrà raccontare i suoi sarà benvenuto. La magia chiama altra magia. La gentilezza è l’unica rivoluzione possibile.
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05 Giugno 2011, 00:36