24 Maggio 2011, 11:34
3 min di lettura
Il 23 maggio di ogni anno, la città di Palermo si ferma per le manifestazioni in ricordo della strage di Capaci. Questa mesta ricorrenza, giunta oggi al 19° anniversario, rievoca i fatti successi quel fatale pomeriggio del 23 maggio 1992 dove andarono in frantumi “PEZZI DELLO STATO”. Gli Uomini che hanno perso la vita in quella tragedia oggi vivono nel ricordo di tutte le persone per bene e oneste che non si sono mai arrese e mai si arrenderanno nei confronti di quei “macellai” che hanno insanguinato Palermo, la Sicilia, l’Italia. Dai nostri caduti abbiamo ereditato un fardello tanto pesante quanto impegnativo che è quello di continuare a lottare contro tutti quei sistemi che pongono limitazioni alla libertà e alla giustizia. Una eredità che non può essere limitata solo alla deposizione di una corona di alloro o di fiori. Ma che deve essere una costante e incisiva azione da parte di tutti.
In questi 19 anni di questa triste ricorrenza, si sono succeduti tanti Ministri dell’Interno che puntualmente, ogni 23 maggio, hanno deposto fiori e corone ma che nell’ambito del loro ruolo istituzionale hanno spesso dimenticato l’importanza dell’azione dei magistrati e delle forze dell’ordine. Un’azione politica devastante contro le forze dell’ordine messa in opera in questi ultimi anni da parte dei governi che si sono succeduti. Forze di polizia che dimostrano tutt’oggi grande capacità professionale, giacché hanno assicurato alla giustizia personaggi eccellenti dediti alla criminalità mafiosa nonostante le scarse risorse e la poca attenzione politica. Come si fa ad onorare i caduti se poi non si ha la giusta attenzione nei confronti di chi da vivo continua in questa battaglia? Le forze dell’ordine negli ultimi 4 anni hanno subito tagli di circa tre miliardi di euro, tagli perfino per le pulizie dove commissariati ed uffici di polizia sono ridotti ad immondezzai, chiusure di strutture e parecchie di quelle rimaste sono fatiscenti e bisognevoli di interventi di ristrutturazione. Tagli che hanno inciso sulla disponibilità dei carburanti lasciando a piedi la polizia costretta a chiudere i distributori di benzina della Caserma Lungaro di Palermo, mentre vengono distribuiti buoni benzina del valore di 20 euro per le volanti. Una politica che ha congelato contratti economici, ridotto notevolmente risorse per le missioni, bloccati automatismi di avanzamento, azzerati indennità perequative e devastato il sistema previdenziale.
Da 14 anni circa i poliziotti attendono un riordino delle carriere che puntualmente viene negato, un riordino al quale, recentemente, sono stati scippati circa 750 milioni di euro accantonati nel corso di precedenti finanziarie. Insomma, il governo attuale deve dare un segnale in controtendenza che non deve essere una politica fatta solo di agli alla sicurezza come finora è stato, perché le corone e i fiori appassiscono, mentre la coscienza degli uomini no… ed una distrazione pone il rischio di rendere vano il sacrificio di coloro che oggi onoriamo.
Il 23 maggio deve essere quindi una data di riflessione e di ricordo senza trascurare che per il resto dei giorni dell’anno tanti uomini e donne della Polizia di Stato e di tutte le Forze dell’Ordine continuano a svolgere incessantemente il loro dovere ritenendo che ciò sia anche il modo migliore per onorare la generosità di Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Giovanni Falcone e Francesca Morvillo.
Domenico Milazzo, segretario Provinciale sindacato polizia Consap di Palermo
Pubblicato il
24 Maggio 2011, 11:34