05 Giugno 2020, 19:58
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CATANIA – Pene pesantissime, in alcuni casi anche leggermente superiori alle richieste del pm Rocco Liguori. Il gup di Catania, ieri, ha letto la sentenza che chiude il primo capitolo giudiziario dell’inchiesta che ha fermato lo spaccio tra le Torri di Librino del viale San Teodoro 7. La famiglia Arena aveva creato un piccolo take away della droga aperto h24 che permetteva ingenti introiti all’organizzazione criminale che aveva una propria struttura gerarchica. La regia era affidata a Ivan Lo Faro, condannato a 20 di reclusione, che avrebbe seguito le direttive direttamente di Maurizio Arena, figlio di Giovanni catturato dopo 17 anni di latitanza diverso tempo fa, che avrebbe avuto un cellulare mentre era detenuto. Tra gli imputati anche un nipote del boss di Librino, Agatino Arena, condannato a 8 anni. Proprio in queste ore è arrivata la decisione della Cassazione sul ricorso presentato dal suo difensore, l’avvocato Eleonora Baratta, sulla decisione del Tribunale della Libertà che aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare. La Suprema Corte ha annullato con rinvio disponendo che un nuovo collegio del Riesame valuti la sua posizione.
LE CONDANNE- Ivan Lo Faro, 20 anni, Piero Napoli, 13 anni e 4 mesi, Salvatore Belfiore, 12 anni e 4 mesi, Jose Gregorio Hernandez, 13 anni e 8 mesi, Nunzio Hernandez, 13 anni e 4 mesi, Pietro Rapisarda, 11 anni e 2 mesi, Agatino Assunto Arena, 8 anni, Gabriele Barone, 8 anni e 4 mesi, Anna Maria Cipolla, 8 anni, Anthony Longo, 8 anni, Michael Pasqualino, 8 anni, Giuseppe Messina, 5 anni e 10 mila euro di multa, Maurizio Schillaci, 3 anni, Gianluca Hanchi, 2 anni e 4 mesi e 6 mila euro di multa, Salvatore Antonio Giuffrida, 3 anni e 20 giorni, Giuseppe D’Agata, 2 anni e 6 mesi, Salvatore Angelo Saraniti, 10 anni.
L’INCHIESTA. Il 16 ottobre 2019 la zona attorno al Palazzo di cemento di Librino si è svegliata al suono delle sirene della Polizia. La retata ha permesso di bloccare lo spaccio nella ‘piazza” creata sulle cosiddette Torri del civico 7 di viale San Teodoro. In questo lembo di cemento la famiglia di narcos Arena ha creato la sua nuova roccaforte della droga degli Arena. Per i pentiti non ci sono dubbi, i figli di Giovanni Arena sarebbero tornati, dopo una breve parentesi tra le file degli Sciuto-Tigna, alla corte dei Santapaola, e in particolare di Andrea Nizza, da tempo in regime di carcere duro. I pusher della piazza di spaccio delle Torri di Viale San Teodoro si definivano i folletti della droga, così come recitava un murale (set anche della canzone neomelodica ‘Quartiere Librino’ cantata da Agata Arena, sorella di uno degli imputati, ndr) poi cancellato dai carabinieri. Da qui il nome dell’inchiesta Bergen Town. Nelle carte degli inquirenti sono finiti anche i racconti dell’ex convivente di uno degli imputati, che ha spiegato agli inquirenti “come fosse vivere accanto a chi aveva scelto la professione di pusher”.
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05 Giugno 2020, 19:58