16 Luglio 2009, 11:37
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“L’Italia continua a presentarsi come un Paese spaccato in due sul fronte migratorio: a un Centro-Nord che attira e smista flussi al suo interno, corrisponde un Sud che espelle giovani e manodopera senza rimpiazzarla con pensionati, stranieri o individui provenienti da altre regioni. I posti di lavoro del Mezzogiorno sono in numero assai inferiore a quello degli occupati. Ed e’ la carenza di domanda di figure Professionali di livello medio-alto a costituire la principale spinta all’emigrazione”. E’ quanto emerge dal Rapporto sull’economia del Mezzogiorno 2009 dello Svimez.
Secondo i dati diffusi stamani “tra il 1997 e il 2008 circa 700mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno. Nel 2008 il Mezzogiorno ha perso oltre 122mila residenti a favore delle regioni del Centro-Nord a fronte di un rientro di circa 60 mila persone. Riguardo alla provenienza, oltre l’87% delle partenze ha origine in tre regioni: Campania, Puglia, Sicilia. L’emorragia piu’ forte in Campania (-25 mila), a seguire Puglia e Sicilia rispettivamente con 12,2 mila e 11,6 mila unita’ in meno”.
“Nel 2008 – si legge nel rapporto – sono stati 173.000 gli occupati residenti nel Mezzogiorno ma con un posto di lavoro al Centro-Nord o all’estero, 23 mila in piu’ del 2007 (+15,3%). Sono i pendolari di lungo raggio, cittadini a termine che rientrano a ca-sa nel week end o un paio di volte al mese. Giovani e con un livello di studio medio-alto: l’80% ha meno di 45 anni e quasi il 50% svolge professioni di livello e-levato. Il 24% e’ laureato. Non lasciano la residenza generalmente perche’ non lo giustificherebbe ne’ il costo della vita nelle aree urbane ne’ un contratto di lavoro a tempo. Spesso sono maschi, singles, dipendenti full time in una fase transitoria della loro vita, come l’ingresso o l’assestamento nel mercato del lavoro.
Le regioni che attraggono maggiormente i pendolari sono Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio. Da segnalare pero’ la crescita dei pendolari meridionali verso altre province del Mezzogiorno, pur lontane dal luogo d’origine: 60mila nel 2008 (erano24mila nel 2007)”.
Dal rapporto dello Svimez emerge inoltre che “la crisi ha colpito anche i pendolari meridionali. Se infatti il movimento Sud-Nord e’ cresciuto nei primi sei mesi del 2008, con l’aggravarsi del quadro economico 20 mila persone sono rientrate al Sud, soprattutto donne. Rispetto ai primi anni 2000 sono cresciuti i giovani meridionali trasferiti al Centro-Nord dopo il diploma che si sono laureati li’ e li’ lavorano, mentre sono ca-lati i laureati negli atenei meridionali in partenza dopo la laurea in cerca di lavoro.
In vistosa crescita le partenze dei laureati ‘eccellenti’: nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti; tre anni piu’ tardi la percentuale e’ balzata a quasi il 38%”.
[L’immagine è un olio su tela del pittore Antonio Tonelli]
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16 Luglio 2009, 11:37