I parenti: “Si faccia piena luce”

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06 Agosto 2010, 11:23

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A cinque anni dal disastro aereo dell’Atr 72 della Tuninter (il Bari-Djerba precipitato in mare al largo di Palermo il 6 agosto 2005 perché senza carburante, 16 morti e 23 feriti), i legali delle parti offese auspicano che “si faccia piena luce sulle numerose zone d’ombra rimaste fuori dalle tematiche processuali, anche a fini preventivi”. Il Tribunale di Palermo ha condannato in primo grado sette dei nove imputati, tutti tunisini, a pene comprese tra i dieci e gli otto anni di reclusione per disastro aviatorio, omicidio plurimo colposo e altri reati. Il pool costituito dagli avvocati Amenduni, Ghiro, D’Astici e Persico, in attesa che venga fissata la data dell’inizio del processo d’appello – dichiara Nicky Persico – rileva che “indipendentemente dagli esiti dell’appello, il capillare lavoro svolto dagli investigatori, e tutti i dati in esso contenuti, faccia scaturire effetti extra processuali”. In particolare che gli enti preposti alla sicurezza del volo – tra cui Enac (Ente nazionale aviazione civile), Ansv (Agenzia nazionale sicurezza volo) e Easa (Ente europeo sicurezza aerea) – “oltre a quanto già fatto, valutino l’adozione di ulteriori iniziative”. “Il sacrificio di 16 persone e di tutti coloro colpiti dalla tragedia – conclude Persico – sia il più utile possibile alla comunita”. Una cerimonia di commemorazione si terrà in serata a Bari a parco Perotti.

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06 Agosto 2010, 11:23

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