I pm: “Borsellino fu ucciso | per proteggere la trattativa”

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27 Novembre 2012, 17:33

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PALERMO – “La strage di via D’Amelio fu fatta per ‘proteggere’ la trattativa dal pericolo che Borsellino, venutone a conoscenza, ne denunciasse pubblicamente l’esistenza”. I pm di Palermo che hanno replicato, oggi, davanti al gup Piergiorgio Morosini, alla sfilza di eccezioni di incompetenza fatte dai legali degli imputati all’udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia hanno parlato di un collegamento tra il patto stretto tra pezzi delle istituzioni e Cosa nostra e l’assassinio del giudice Paolo Borsellino.

Ma se per alcuni difensori il nesso tra la trattativa e l’uccisione del magistrato sposterebbe il procedimento a Caltanissetta, sede giudiziaria competente sulle indagini sulla strage di via D’Amelio, per i pm la questione è diversa. “Il collegamento – ha spiegato il pm Nino Di Matteo – esiste e rileva non perché la strage sia stata fatta per eseguire la minaccia (allo Stato, ndr)”, ma semmai per tutelare la trattativa dal rischio che il giudice, scopertala, la svelasse “pregiudicandone irreversibilmente l’esito auspicato”. Infondate, per la Procura, anche le questioni sulla presunta competenza del tribunale dei ministri, fatta dal legale dell’ex ministro Nicola Mancino e quelle sollevate dagli altri difensori che avevano chiesto il trasferimento del procedimento a Firenze, visto il collegamento con le stragi del ’93, e a Roma.

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”Le stragi del Continente – hanno spiegato i magistrati – possono certamente considerarsi come commesse in esecuzione della minaccia a corpo politico dello Stato”, ma si tratta di reati della stessa gravità dell’omicidio dell’eurodeputato Salvo Lima, contestato nel procedimento sulla trattativa. E il codice, in presenza di reati di uguale gravità, assegnano la competenza al giudice competente per il primo reato. Sulle questioni il gup si è riservato e deciderà il 4 dicembre.

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27 Novembre 2012, 17:33

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