13 Luglio 2013, 17:00
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Giuseppe Berretta, Sottosegretario catanese alla Giustizia del Governo Letta, illustra a LiveSiciliaCatania un quadro complessivo degli obiettivi del suo mandato: “Il Governo Letta si sta muovendo nella giusta direzione – spiega Berretta – per migliorare questa situazione. Anche a Catania, dove non mancano le criticità, si stanno facendo passi in avanti, dal miglioramento delle sale per i colloqui a Piazza Lanza, all’inaugurazione, avvenuta alla presenza del Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, del nuovo reparto detentivo all’interno dell’ospedale Cannizzaro, penso, poi, all’avvio dei lavori di ristrutturazione del reparto “Nicito” e infine, l’ ormai prossima realizzazione delle struttura di Bicocca, prevista nel piano carceri del commissario straordinario”.
Un quadro fin troppo ottimistico invece quello illustrato da Salvi secondo Salvo Fleres Garante per i Diritti dei Detenuti in Sicilia “La situazione di piazza Lanza rimane pessima. Mi preoccupa – spiega a LiveSiciliaCatania Fleres – che si possa pensare che i problemi del carcere siano i muri. Recentemente, ad esempio, è stato accolto, proprio a Piazza Lanza, un risarcimento danni a un detenuto che è caduto dall’ultimo piano di un letto a castello. C’è stato qualche piccolissimo passo avanti ma la situazione rimane molto preoccupante”.
A far eco alle parole di Fleres, ci sono anche i Radicali Italiani, da tempo impegnati nell’affrontare l’emergenza carceri in Italia, Gianmarco Ciccarelli segretario etneo sottolinea come permangano trattamenti inumani e degradanti nel carcere catanese: “I lavori di ristrutturazione del reparto strutturalmente illegale come il “Nicito” sono un fattore positivo ma per “ridare dignità” a un istituto di pena occorre che ciascun detenuto abbia uno spazio vitale non inferiore a 3 mq. Nel carcere di piazza Lanza – precisa Ciccarelli – il tasso di affollamento è leggermente inferiore rispetto al passato, ma ancora oggi la stragrande maggioranza dei detenuti dispone di uno spazio inferiore a 3 mq. Le persone ristrette a piazza Lanza continuano a subire trattamenti inumani e degradanti, rispetto a prima sono torturate un po’ meno ma possiamo accontentarci di questo?”.
Le azioni per far fronte al problema del sovraffollamento vengono spiegate a LiveSiciliaCatania dal Sottosegretario Berretta, “E’ stato già varato – spiega il parlamentare del Pd – un decreto-legge che contiene modifiche all’ordinamento processuale e all’ordinamento penitenziario per limitare la gravissima condizione di sovrappopolamento delle carceri. Il Governo ha già iniziato ad operare perché il carcere torni ad essere una “extrema ratio”. In questo modo si alleggerirà, di circa 5-6000 unità, la pressione sulle strutture carcerarie e si utilizzeranno misure alternative di pena che, senza far venir meno le legittime richieste di sicurezza, favoriranno il recupero della funzione rieducativa della pena che sin qui è stata compromessa dalla situazione delle carceri italiane. E’ quindi chiaro che quelli in questione sono interventi che oltre a rispondere all’emergenza hanno un carattere strutturale”.
Tra gli ultimi esponenti del mondo politico a visitare la struttura catanese, lo scorso giugno, c’è il deputato regionale del Partito Democratico Mario Alloro, che spiega la sua esperienza all’interno della casa circondariale di Piazza Lanza, “Devo dire di aver trovato una situazione diversa rispetto a quella che mi aspettavo – racconta a LiveSiciliaCatania – segno che la direzione del carcere ha lavorato bene. Ho notato un buono stato di pulizia, bisogna ricordare che la nostra è stata una visita senza preavviso. Il problema del carcere Lanza rimane il sovraffollamento oltre a quello, molto grave, delle infermerie. La Sicilia dipende ancora per la sanità carceraria dal Ministero e non dalle Aziende locali. A fronte di ciò abbiamo approvato una risoluzione in Commissione Sanità dove impegniamo il Governo ad allineare l’Isola al resto d’Italia”.
Riguardo la detenzione al 41bis, regime detentivo non esercitato a Piazza Lanza, Berretta ne sottolinea la validità per il contrasto alla criminalità organizzata. Recentemente parte dell’articolo è stato oggetto delle attenzioni della Corte Costituzionale, “E’ una misura straordinaria – spiega – che riguarda solo una piccola parte di detenuti condannati per terrorismo, eversione, ma soprattutto per il reato di criminalità organizzata. L’obiettivo di questo tipo di detenzione è quello di ostacolare le comunicazione sia tra i carcerati e le organizzazioni criminali all’esterno sia tra i carcerati stessi. Una misura necessaria perché, specie i boss mafiosi, spesso continuavano a svolgere il proprio ruolo di “capi”, anche da dietro le sbarre, rendendo vana l’azione della Magistratura e delle Forze dell’ordine. Il regime 41del bis, per quanto sia restrittivo, è indispensabile per assicurarsi che il boss detenuto risulti essere inoffensivo e che non possa più in nessun modo interagire con l’esterno. Qualunque strumento può essere migliorato. Tuttavia – conclude – credo che il 41bis abbia dimostrato e continui a dimostrare la sua validità e rimanga uno strumento indispensabile di contrasto alla criminalità organizzata”.
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13 Luglio 2013, 17:00