"I ragazzi di Regalpetra" |Come nasce una guerra di mafia - Live Sicilia

“I ragazzi di Regalpetra” |Come nasce una guerra di mafia

La copertina del libro (clicca per ingrandire)

Il giornalista e scrittore Savatteri racconta come germoglia il seme della violenza in un microcosmo. Lo storico Lupo: "Una delle più interessanti storie di mafia che abbia letto".

PALERMO – Torna in libreria in una nuova edizione “I ragazzi di Regalpetra”, il libro di Gaetano Savatteri ripubblicato oggi da Melampo, arricchito di un nuovo capitolo rispetto alla precedente edizione e presentato dalla prefazione dello storico Salvatore Lupo, che lo definisce «una delle più interessanti storie di mafia che abbia letto». La vicenda raccontata dal giornalista siciliano è la storia di un gruppo di ragazzi, cresciuti nella Sicilia degli anni Ottanta, compagni di gioco sullo stesso campetto di terra battuta, che si allontanano fino a diventare nemici. I ragazzi di Regalpetra racconta la lunga guerra di mafia che agli inizi degli anni Novanta insanguinò una parte della Sicilia. E il conflitto, che vedeva gli amici di un tempo gli uni contro gli altri, esplose anche nei luoghi di Leonardo Sciascia, che proprio sessant’anni fa fece letteratura delle cronache del suo paese con Le parrocchie di Regalpetra.

Riconnettendosi idealmente a quelle cronache paesane della sua Racalmuto, Savatteri ricostruisce come il seme della violenza sia germogliato. Ne viene fuori un libro-verità, con nomi e cognomi, vittime e carnefici, di uno scontro che provocò decine di morti. Savatteri aveva conosciuto quei ragazzi, diventati adulti e mafiosi. È andato a cercarli nelle tane da pentiti dove vivono nascosti o nelle galere dove scontano ergastoli. Per tentare di capire come siano potuti diventare avversari, seminando lutti e dolori che alla fine hanno devastato le vite di tutti. Il tutto narrato da un testimone “a cavallo tra interno ed esterno”, come lo definisce Lupo. “Il suo essere interno – scrive lo storico nella prefazione – gli consente di parlare coi protagonisti del dramma, e di capire – come ogni narratore della commedia umana – che i colpevoli sono anche, per cetti aspetti, vittime. Il suo essere esterno però lo spinge anche a dubitare non tanto dei racconti quanto delle spiegazioni. “Non torna il conto”, dice, o almeno non torna del tutto quando i protagonisti spiegano trame e stragi solo sulla base dei codici onorifici e familistici della faida”.

I ragazzi di Regalpetra, 330 pagg., 16€, Melampo.


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