07 Ottobre 2009, 09:57
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“Piuttosto che realizzare il ponte sullo Stretto sarebbe meglio impiegare quei fondi per…”, aggiungete voi quello che più vi aggrada: un articolato calendario di fiere del cavallo lipizzano? il monitoraggio delle balene nel basso Tirreno? la sedicesima corsia sulla A1? (ché, perbacco, là serve). Tutto, fuorché l’inutile mostro! Ipotesi dell’ultimora: il controllo del dissesto idrogeologico del territorio nelle zone martoriate del messinese, o in altre, a scelta. Non sono d’accordo. Intanto perché non è intellettualmente onesto addossare al famigerato ponte tutti i mali di questo mondo. Poi, perché come è stato spiegato diverse volte, per il finanziamento dell’opera si punta su capitali privati che non andrebbero sicuramente ad essere investiti sul consolidamento dei monti di Giampilieri di Tortorici o di Belmonte Chiavelli. Faccio notare come prima del ponte, che non esiste, siano stati spesi (e a volte sperperati) fondi per opere pubbliche che il resto d’Italia si gode ormai da un bel po’ di tempo (alta velocità ferroviaria, variante di valico, passante di Mestre, ecc…) senza che ad ogni calamità l’opinione pubblica venisse aizzata contro di esse. Il ponte ha invece la capacità di catalizzare su di sé un’avversione diffusa per i motivi più disparati, ma con alla base una latente forma di razzismo infrastrutturale: investire in opere pubbliche al Sud vuol dire gettare via i soldi. E pensare che sarebbe un’opera parecchio utile, ma lo scrivo sottovoce e con un pizzico di timore.
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07 Ottobre 2009, 09:57