10 Marzo 2013, 07:00
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CATANIA – Bugie e 4-5 “pippotti” di cocaina. Gli “amici” di Valentina Salamone, interrogati dagli investigatori coordinati dalla Procura Generale di Catania, hanno raccontato di aver fatto uso di droga e alcool la sera dell’uccisione della giovane e bellissima biancavillese. Ecco la PRIMA PUNTATA della ricostruzione dei fatti, secondo gli atti degli investigatori.
QUELLA CASA MALEDETTA. Il proprietario della villa in cui è stata uccisa Valentina Salamone si chiama Pietro D. B., interrogato dagli inquirenti ha spiegato di aver affidato la custodia dello stabile a Sergio R. Quest’ultimo ha invitato, dieci giorni prima del delitto, Valentina a trasferirsi in quel posto “perché aveva litigato con il padre, si era allontanata da casa e dimorava nell’albergo Holiday”.
La villetta, secondo il racconto del custode, “era diventata luogo di ritrovo”, tanto che tutte le sere, la comitiva degli “amici” di Valentina si recavano lì per “trascorrere tempo insieme”.
Sergio R., nel primo interrogatorio ha detto agli investigatori che Valentina “a volte era apparsa triste, ma non aveva mai palesato intenti suicidiari”. Soltanto in una occasione, Valentina gli avrebbe riferito “che il nonno si era impiccato”.
Interrogato sei giorni dopo, il 30 luglio del 2010, Sergio R si contraddice e sostiene che Valentina “aveva manifestato in svariate occasioni la volontà di togliersi la vita e che si era anche tagliata le vene”. Sergio R. si ricorda anche che a gestire la villa insieme a lui, è Giovanni S.
La sera del delitto nel racconto degli “amici”. Secondo Mariano F., la sera del delitto, si era svolta, all’interno della villetta, una “festa”. Alfio S., altro amico, spiega di aver visto Valentina intorno alle 21:20 – 22:00 nella piazza Armando Diaz di Adrano. A cavallo della mezzanotte, la comitiva si sarebbe spostata nella villetta, e lì sarebbero rimasti sino all’1:30 – 2:00.
Arianna T., “amica” di Valentina da circa 4 anni, sostiene che la Salamone, quattro anni prima, cioè quando aveva 15 anni, aveva assunto cocaina, ma in seguito, però, aveva smesso.
Alla festa della sera del delitto, partecipano anche Alfio S., Giuseppe S., Valentina O. detta “La bionda”, Arianna T. e Nicola Mancuso, l’uomo sposato con 3 figli che aveva una relazione con Valentina Salamone e che è stato arrestato con l’accusa di omicidio da pochi giorni(LA REPLICA DEL LEGALE DI MANCUSO).
Arrianna si reca alla festa a bordo di un’auto insieme a Graziana L.C. e Valentina Salamone. Al centro delle discussioni, dentro la macchina, c’è il desiderio di Arianna di “farsi un pippotto di cocaina”, frase che aveva fatto infuriare Valentina che stava cercando di uscire dal tunnel delle sostanze stupefacenti.
Arrivati nella villetta i giovani iniziano a ballare, ma soprattutto a bere. Nicola Mancuso, a quel punto avrebbe iniziato a parlare “fittamente” con Valentina “La bionda”, facendo andare su tutte le furie l’amante Valentina Salamone. Quest’ultima riesce ad appartarsi per un paio di minuti con Nicola, ma poco dopo viene rimproverata da uno dei gestori della villa. I due, a questo punto, secondo il racconto degli “amici”, avrebbero iniziato a “picchiarsi e graffiarsi, tanto che tre persone non riuscivano a dividerli”. Secondo la ricostruzione degli inquierenti, sulla base delle dichiarazioni dei ragazzi interrogati, dopo il litigio, Giovanni S. si sarebbe allontanato e all’1:30 circa Arianna T., Graziana L.C., Nicola Mancuso e Giuseppe S. avevano voglia di un pippotto di cocaina. Valentina voleva -secondo le dichiarazioni degli “amici”- unirsi a loro, ma Arianna non era d’accordo, e sosteneva che sarebbero andati a dormire subito.
C’è un elemento importante che emerge dalla consulenza medico-legale di Guido Romano e Giuseppe Ragazzi. Mentre il gruppo degli amici si sarebbe allontanato dalla villa per andare a tirare cocaina, Valentina Salamone, prima di morire, “non ha fatto uso di sostanze psicotrope o ipnotiche -si legge nella perizia di cui LivesiciliaCatania è in possesso- sostanze stupefacenti, ovvero sostanze xenobiotiche a carattere basico di interesse tossicologico, che avessero contribuito in maniera diretta alla determinazione dell’evento morte”.
Torniamo al momento in cui, secondo il racconto degli “amici”, Valentina è viva e sarebbe stata lasciata da sola nella villa dai padroni di casa, che avrebbero deciso, secondo quanto sostengono, di andare a sniffare cocaina lontano da quel posto. Cioè avrebbero lasciato l’ospite da sola nella casa che custodivano.
Agli atti degli investigatori ci sono le dichiarazioni di Arianna T, una delle ragazze del gruppo, che riferisce agli inquirenti di aver ricevuto, all’1:42 circa, una chiamata da Valentina Salamone, telefonata che, però, non è stata rinvenuta nei tabulati.
A Valentina, Arianna avrebbe detto che sarebbero andati subito a dormire, in realtà i giovani rientrano a casa alle 4:00 circa. La notte del delitto, gli “amici” di Valentina assumono cocaina, secondo quanto dichiarano ai magistrati, “fuori dalla villa”. A procurare la droga sarebbe stato Nicola Mancuso.
Agli atti ci sono anche le dichiarazioni di Graziana L.C. che all’epoca dei fatti era minorenne. Quanche tempo prima, racconta di essere entrata a far parte della comitiva degli amici di Valentina che si ritrovavano nella zona “Cappuccini” di Adrano.
Graziana accompagna Valentina nella sua casa di Biancavilla a prendere piatti e bicchieri per la festa, e nota che i Salamone hanno un ottimo rapporto con la figlia, per questo non crede al fatto che la stessa fosse “scappata di casa”. Secondo il racconto di Graziana, Arianna era “ubriaca”, poco dopo il litigio con Valentina, tutti si sarebbero allontanati in auto e Nicola Mancuso avrebbe procurato 4-5 pippotti di cocaina. Arianna a quel punto si sarebbe addormentata in auto e Nicola Mancuso avrebbe continuato a parlare con Giovanni S, dicendo: “Ora l’ava finiri, u cià fazzu finiri iu, mi sta creanni troppi problemi, basta ava esseri na cosa definitiva, non ne pozzu chiu”. E l’altro uomo, gestore dell’abitazione, aggiunge: “Domani chidda se nava iri, non mi interessa, tropa mala comparsa”.
Valentina aveva comunicato di essere incinta dopo la relazione con Nicola, quest’ultimo, secondo il racconto di Graziana, sarebbe stato infastidito dai problemi che poteva arrecare al suo matrimonio.
Dopo la “pippata” di cocaina, secondo le dichiarazioni di Graziana, Giovanni S. avrebbe proposto a Mancuso di tornare nella villa “per chiarire la faccenda con Valentina”, ma Mancuso si sarebbe rifiutato. Salendo in tre sulla moto di Mancuso, alle 4:00 circa, Mancuso e Giovanni S. lasciano Graziana a casa e se ne vanno. Dove? Lo stanno accertando gli inquirenti. Fine prima puntata.
La replica del legale di Nicola Mancuso – La moglie: “Mio marito è innocente”
I genitori di Valentina: togliete la divisa a chi ha sbagliato
Delitto Salamone, la scena del crimine
L’intervista al maggiore dei Ris
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10 Marzo 2013, 07:00