14 Ottobre 2018, 12:07
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PALERMO – Dopo le affermazioni del presidente Musumeci che a Panorama d’Italia aveva parlato di una burocrazia volontariamente lenta al punto da “meritare la galera”, anche i sindacalisti delle sigle Cobas/Codir, Sadirs, Siad e Ugl, rispondono al governatore.
I sindacati fanno riferimento alle contrattazioni per il rinnovo del contratto collettivo dei dipendenti regionali e aggiungono che “se anche il governo Musumeci – affermano i segretari Marcello Minio e Dario Matranga, Fulvio Pantano e Franco Madonia, Angelo Lo Curto e Vincenzo Bustinto ed Ernesto Lo Verso – come i suoi predecessori, contemporaneamente, non darà un’accelerata alla completa digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, richiesta da anni proprio dai sindacati autonomi, nonostante la buona volontà dei lavoratori e dei sindacati stessi, l’andamento della burocrazia difficilmente potrà cambiare.La politica – concludono -, fino ad oggi e come sempre, non ha dimostrato interesse su questo fronte e il perché è facile intuirlo: dove c’è discrezione c’è ‘raccomandazione’ e quindi occasione per la macchina del consenso”.
Le organizzazioni sindacali chiedono che cambi il sistema di organizzazione della dirigenza “attraverso meccanismi che portino a maggiore autonomia decisionale per i singoli dirigenti che agiscano dietro atti di indirizzo dal livello centrale. – e proseguono – È necessario rompere il meccanismo perverso che, invece, tanto sembra piacere alla politica, per cui tutti gli atti prodotti per essere validati ed esecutivi debbano passare dall’imbuto dei dirigenti generali, longa manus della politica che rallenta, quando non paralizza, l’andamento della pubblica amministrazione regionale per obbedire ai dictat e ai desiderata della politica. Anche per questi motivi – concludono le quattro segreterie affermano che un percorso di cambiamento non può essere messo in discussione da dichiarazioni più o meno estemporanee, che sembrano essere state rilasciate per esigenze di galleggiamento mediatico nel momento in cui il governo regionale, dopo un anno di attività, sembra non avere concretizzato i risultati promessi e anzi viene accusato di ‘evanescenza’”.
“Il disagio del presidente – continua la nota degli autonomi – appare come causato dalla frustrazione del mancato raggiungimento dei suoi obiettivi politici, non può essere scaricato sui dipendenti regionali e sui sindacati”. Le sigle denunciano “la mancanza di concretezza politica anche di questo esecutivo che rischia di trasformarsi in una sostanziale continuità e contiguità con la politica dei governi precedenti, anche con la conferma ai vertici amministrativi della Regione di molti degli uomini del governo Crocetta, del governo Lombardo, quando non anche del governo Cuffaro”.
Gli autonomi concludono chiedendo al presidente della Regione con un appello “ad abbassare i toni e a lavorare seriamente per un dialogo costruttivo nell’interesse della Sicilia e dei siciliani. Sparare nel mucchio in pieno stile “crocettiano” – dicono – e dare, genericamente, del criminale a chi svolge il proprio dovere giornalmente, accusare inopinatamente anche non meglio precisati sindacati di coprire il malaffare, è l’ultima cosa che ci saremmo aspettati da un datore di lavoro conosciuto per il suo equilibrio e la sua correttezza”.
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14 Ottobre 2018, 12:07