09 Luglio 2016, 07:01
3 min di lettura
CATANIA. E’ una indagine a tutto campo quella condotta dagli inquirenti. L’operazione Carthago chiama in causa il superlatitante etneo Andrea Nizza ma anche i rapporti maturati all’interno del clan. Riscontri avvalorati dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Davide Seminara come a proposito dell’appartenenza dei fratelli Arena alla famiglia dei Nizza a decorrere dal 2013: anno in cui sarebbe stata suggellata l’alleanza. “Il gruppo Nizza si divide tra Librino e San Cristoforo. Del gruppo di Librino fanno parte: Fabrizio Nizza, Andrea Nizza, Giovanni Privitera, i fratelli Salvatore, Martino e Agatino Cristaudo, Giovanni Catalano, Francesco che abita al “Pigno”, Marco Romeo, i fratelli Massimiliano, Maurizio e Alessio Arena, Antonio e Michele Gelso, fratelli del defunto Concetto, Danilo Scordino e altri soggetti”. Ma, come detto, Seminara chiama in causa anche il passaggio degli Arena al gruppo Nizza: “Nel 2013 ci fu un incontro tra me, Andrea Nizza, Giovanni Privitera da una parte e Maurizio e Massimo Arena dall’altra, al viale Moncada 10 e in questo incontro chiesero di passare con Andrea con cui avevano avuto sempre un buon rapporto a differenza dei cattivi rapporti che avevano avuto con Fabrizio, Daniele e Giovanni Nizza. Maurizio e Massimo parlarono a nome di tutti i fratelli anche se detenuti. Alessio uscì nella primavere 2014 e si mise a disposizione del nostro gruppo”.
Nell’inchiesta emergono, dunque, le figure dei due fratelli Maurizio e Massimiliano Arena accusati entrambi di associazione mafiosa. Il collaboratore di giustizia prosegue: “Preciso che io ho avuto rapporti solo con Massimo e Maurizio Arena […] Massimo Arena è più militare rispetto al fratello Maurizio nel senso che cammina sempre armato, io personalmente l’ho visto armato di una calibro 7.65, ma so che ha anche la disponibilità di mitragliette AK 47, anche perchè spesso Massimo Arena rappresentava di avere la disponibilità di varie armi. Da recente, poco prima che venissi tratto in arresto, ricordo che Massimo Arena ha imposto che i fratelli Scordino (Chicco e Danilo) restituissero una mitraglietta che era stata regalata da Massimo ad Andrea Nizza”.
L’ultimo tassello al puzzle è quello dell’attività di spaccio dei fratelli Arena. Nel corso di un interrogatorio, un altro collaboratore di giustizia, Salvatore Cristaudo, racconta: “Gli Arena trafficano stupefacenti: hanno una loro piazza sotto la loro abitazione di fronte al palazzo di cemento, lì hanno a disposizione molti pusher e vedette e vendono marijuana e cocaina anche se dato che la prima sta scarseggiando, vendono anche hashish e skunk; nonostante la penuria di marijuana gli Arena riescono sempre comunque a procurarla”. Ed ancora: “Con i fratelli trafficavano in stupefacente; prima avevano una piazza palazzo di cemento a Librino, mentre ora la loro base di appoggio si trova di fronte al palazzo di cemento dove si trovano dei palazzi molto alti soprannominati “le torri”. Lì impiegavano almeno cinque persone tra vedette e pusher; vendono cocaina, hashish e skunk, che acquistano dai Nizza ma anche attraverso i propri canali di rifornimento. La piazza apre alle 10 di mattina e resta aperta fino alle 20 di sera, dopo questo orario gli Arena inviano i clienti alla piazza dei Nizza in viale Bummacaro gestita da Marco Romeo”.
Pubblicato il
09 Luglio 2016, 07:01