I verbali del pentito Seminara |“Ecco l'album di Cosa nostra” - Live Sicilia

I verbali del pentito Seminara |“Ecco l’album di Cosa nostra”

Nomi, affari, equilibri e un rapporto stretto tra San Giovanni Galermo e il Villaggio Sant'Agata.

 

MAFIA - LE RIVELAZIONI
di
9 min di lettura

CATANIA – I verbali integrali del pentito Davide Seminara contengono la mappa dei picciotti di San Giovanni Galermo, nomi, cognomi e ruoli che sono stati riconosciuti davanti ai magistrati.

IL PENTITO – Inizia a collaborare nel 2014 Davide Seminara, fino a quel momento era uno degli elementi di spicco del clan Santapaola, affiliato al gruppo dei Nizza, egemoni a Librino, dove, sempre grazie al suo pentimento, gli investigatori hanno sequestrato un arsenale con 55 armi da fuoco.

“Nel 1999/2000 – dice Davide Seminara – sono entrato a far parte del gruppo Nizza, tramite Fabrizio NIZZA che conoscevo. Nel 1999 sono tornato al viale Moncada e lui spacciava fumo, da quel momento si è consolidata l’amicizia. All’epoca c’era già il gruppo dei Nizza che operava unitamente al gruppo di Salvuccio Scheletro(SAITTA Lorenzo), il gruppo non era ancora affiliato al clan Santapaola, ma eravamo molto vicini al Clan. Fabrizio e Daniele avevano rapporti stretti con Salvuccio. All’epoca facevamo rapine e droga, mariujana: in particolare a Librino vicino al palazzo di cemento, in viale Moncada n.10, vicino la casa di Fabrizio (che stava in viale Moncada 6)”.

I NOMI – Tra il 2010 e il 2014 Davide Seminara è a piede libero e mantiene, per conto dei Nizza, i contatti con altri gruppi dei Santapaola. Tra i palazzoni incastonati tra San Giovanni Galermo e Balatelle, “a reggere il gruppo – dice il collaboratore di giustizia – vi erano Salvatore Fiore detto “Turi ciuri” e Salvatore Gurrieri detto “u puffu” gli stessi si alternavano al comando del gruppo specie quando uno dei due veniva arrestato”.

Seminara parla dell’aprile 2013, quando Fiore venne arrestato “e da quel momento a comandare era il Gurrieri. Un episodio che ricordo fu quando la sorella di mia moglie acquistò dei mobili alla Playa mercato ed io minacciai il responsabile per avere un mobile che tardava ed in tale occasione intervennero personalmente il Gurrieri ed il Fiore dicendomi che quel negozio era sotto la loro protezione in quanto sotto estorsione”.

IL CUORE DEL CLAN – Il panificio di Fiore a Balatelle sarebbe stato il punto di riferimento del clan. “Ricordo – continua Seminara – che nel gruppo vi era tale Vittorio del quale non ricordo il cognome ma che potrei riconoscere in foto, inoltre ricordo tale Turi Sciara, e ricordo anche che vi era il fratello di Turi Sciara che poi venne arrestato per una estorsione a S. Giovanni Galermo”.

Questi elementi di spicco avrebbero fornito sostanze stupefacenti a Seminara, “sia cocaina che marijuana facendo pagare un piccolo sovrapprezzo considerato che eravamo dello stesso clan, sia perché loro facevamo molte estorsioni a nome del clan e quindi poi venivano alla riunioni a S. Cristoforo a riferire”. Nel 2014, dopo gli arresti che avevano decapitato il gruppo di San Giovanni Galermo, Seminara continua a mantenere rapporti con il fratello di Turi Sciara, ma le questioni più importanti venivano discusse con Daniele Nizza e Orazio Magrì, ai vertici del gruppo di San Cristoforo. “Io – dice il collaboratore – nel tempo ho fornito stupefacenti a questo gruppo dandoli o al Gurrieri sino al 2013 o al fratello di Turi Sciara oppure anche a Davide Finocchiaro che nel 2011 faceva parte del gruppo di S. Giovanni Galermo ma che dopo passò al Villaggio S. Agata. Il gruppo di S. Giovanni Galermo capeggiato dal Fiore e dal Gurrieri faceva riferimento al gruppo del Villaggio, e di conseguenza sulle questioni più importanti riferiva sempre al nostro gruppo di S. Cristoforo capeggiato da Daniele Nizza ed Orazio Magrì”.

GRUPPO SATELLITE – Il rapporto tra il gruppo di San Giovanni Galermo e quello del Villaggio Sant’Agata era molto stretto: si mescolavano persone e interessi, ma soprattutto equilibri. “Ricordo che prima dell’arresto di Turi Fiore – ricorda il pentito – e poco prima dell’arresto di Lorenzo Pavone per estorsione io ho assistito ad una discussione tra il Pavone, Turi Fiore e Giovanni Nizza e non ricordo se c’erano altre persone ed  in tale occasione il Fiore parlava di alcune estorsioni ad imprese di costruzioni che stavano facendo delle villette a S. Giovanni Galermo e ricordo che su tali estorsioni vi erano state discussioni con gli Ercolano. In sostanza ricordo che la discussione era una sorta di chiarimento tra il Pavone ed il Fiore proprio sulle estorsioni a tale cantiere di costruzioni”.

TUTTI I NOMI – I carabinieri della compagnia di Gravina di Catania mostrano 16 foto al pentito, che riconosce subito il fratello di Turi Sciara, Vincenzo Mirenda, “del quale non ricordo il nome ma che ora ricordo chiamarsi Enzo. L’ho conosciuto circa nel 2010 o 2011 e lo stesso veniva al Villaggio S. Agata come rappresentante del gruppo di S. Giovanni Galermo appartenente alla famiglia Santapaola. Io come componente di rilievo del gruppo dei Nizza in più occasioni ho fornito marijuana o cocaina a questa persona che la prendeva sempre a nome del gruppo. Ricordo che questo gruppo tardava molto nei pagamenti e per questo io avevo dato disposizione di cercare di evitare di dargli stupefacenti. Comunque certamente sino al 2013 e forse anche nel 2014 se ben ricordo il mio gruppo ha fornito loro stupefacente tanto che nella “carta” dei conteggi per forniture di stupefacenti io trovavo scritto “fratello di Turi Sciara”. Per gli stupefacenti veniva sempre questo Enzo o tale Vittorio ma non Turi Sciara che non si esponeva”.

Seminara riconosce Angelo Mirenda e lo descrive come “una persona che fa parte dello stesso gruppo di S. Giovanni Galermo anche perché veniva al Villaggio con il Fiore o con Enzo fratello di Turi Sciara o con lo stesso Turi Sciara e per questo so che era del loro gruppo. Se ben ricordo forse è stato arrestato per rapina nel 2014 ma non ne sono certo. Comunque è una persona che veniva alle riunioni del clan e veniva presentata come appartenente al gruppo, anche se ora non ne ricordo il nome”.

Con un’altra foto, Seminara riconosce “Turi Sciara”, si tratta di Arturo Mirenda, “uno storico appartenente al gruppo di S. Giovanni Galermo come il puffo e come Turi Fiore. Lo stesso anche negli anni 2013 e 2014 veniva al Villaggio o a San Cristoforo alle riunioni del clan Santapaola per discutere di tutte le questioni riguardanti il gruppo. Lui personalmente non veniva a prendere lo stupefacente ma io solo lo vedevo alle riunioni come rappresentante di rilievo del gruppo di S. Giovanni Galermo ed anzi era più rispettato lui all’interno della famiglia che non il fratello Enzo”.

E ancora: il pentito parla di Francesco Lucio Motta, “vicino al gruppo di S. Giovanni Galermo ma veniva a S. Cristoforo alle riunioni insieme ad un persona di cui ora non ricordo il nome ma che è stato ucciso un paio di anni fa nella zona di Mascalucia o S. Agata Li Battiati dentro una punto a colpi di pistola durante la notte. Ricordo che la persona uccisa faceva parte del clan Santapaola e non si capì la ragione di tale omicidio e la persona nella foto ricordo era sempre in compagnia di questo ucciso. Ricordo di avere visto la persona in foto anche con Turi Sciara o con il fratello Enzo perché comunque era vicino anche a loro”.

Di Salvatore Fiore, detto “Turi Ciuri”, il pentito ha parlato a lungo, “come detto era la persona più autorevole del gruppo di S. Giovanni Galermo e sino al suo arresto del 2013 lo vedevo spesso alle riunioni del clan a S.Cristoforo o per forniture di stupefacenti”. Il collaboratore parla anche degli equilibri all’interno della famiglia mafiosa: “Per quanto riguarda le estorsioni ai cantieri di S. Giovanni Galermo ed i problemi relativi a discussioni interne io ricordo che il problema nasceva dal fatto che il gruppo del Villaggio ed il gruppo di S. Giovanni Galermo, che facevano principalmente riferimento agli Ercolano, a volte facevano estorsioni senza dire nulla agli altri, ad esempio al gruppo di Picanello o a quello di S. Cristoforo che facevano principalmente riferimento ai Santapaola. Anche in quella occasione la discussione con Pavone nasceva dal fatto che il Pavone aveva scoperto che il cantiere per la costruzione delle villette era sotto estorsione del Fiore che non aveva detto niente in precedenza”.

I carabinieri mostrano la foto di Nicolò Andrea Corallo, “persona – dice Seminara – che era il braccio destro e fedelissimo di Turi Mirabella detto “Palocco”, che sino all’esecuzione dell’operazione denominata “Reset” era il reggente di S. Cristoforo. Ricordo che dopo l’operazione Reset le riunioni si spostarono al Castello Ursino al bar o al chiosco e ricordo che questo Andrea stava sempre li nella Piazza del castello Ursino dove si discutevano tutti gli affari di mafia. Questo Andrea era una persona importante del clan ed il suo riferimento dopo l’arresto di Turi Palocco era Rosario Lombardo. Le persone con le quali principalmente si incontrava questo Andrea nella Piazza del Castello Ursino erano Franco Magrì, Giovanni Cavallaro, Cesare Marletta ed altri. Voglio aggiungere che il predetto Andrea trafficava anche stupefacenti insieme a Franco detto “buttigghia” e compravano stupefacenti dai calabresi”.

E ancora, Vittorio Benito Fiorenza, nato nel 1981, Seminara lo conosceva “come componente del gruppo di S. Giovanni Galermo, al quale ho dato stupefacenti per conto del mio gruppo e lui veniva insieme a Fiore, Gurrieri, Turi Sciara o il fratello Enzo. Era certamente parte del loro gruppo e ho trattato con lui dal 2010 sino a circa due mesi prima della mia collaborazione. Lui gestiva anche un gruppo di ragazzi che si occupavano di furti di auto e di cavalli di ritorno ed anzi io personalmente ho chiesto la restituzione di macchine per conto di miei amici proprio al Vittorio. Il predetto Vittorio ci forniva anche macchine per fare rapine”.

Ad accompagnare a San Cristoforro Fiorenza, Fiore e Turi Sciara sarebbe stato anche Giancarlo Galatello, “però è da più tempo che non vedo questa persona ed i miei ricordi risalgono a prima dell’arresto del Fiore”.

Il collaboratore parla a lungo di Salvatore Gurrieri e Rosario Lombardo, “detto Saro u rosso del quale ho già ampiamente parlato nei precedenti verbali ai quali mi riporto. Non mi risulta che venga soprannominato “u panzuni””.

Il pentito riconosce in foto Giovanni Privitera. “Lo stesso – dichiara Seminara ai magistrati – faceva parte del gruppo di Librino dei Nizza e ciò sino alla mia collaborazione e si occupava di traffico di stupefacenti in via principale. Lo stesso è detto “nacchio” come il padre. A domanda del P.M.: ricordo che un lontano parente del Privitera era stato sottoposto ad estorsione in relazione ad attività di movimento terra e ciò poco prima del mio arresto. In tale circostanza lo stesso Privitera fece intervenire Rosario Lombardo al fine di evitare tale estorsione e ricordo che in questa estorsione era implicato Andrea da me riconosciuto alla foto n. 7. Tale fatto è recente e ricordo che questa estorsione legata al movimento terra era una questione vecchia, già chiusa da Fabrizio Nizza nel senso di lasciare stare questa ditta, ma che poi a seguito di arresti e mutati equilibri venne riaperta e per tale ragione il Privitera intervenne, ma non so come è andata a finire. Non so se nella prima occasione tempo addietro venne pagata l’estorsione, anche se mi pare di si”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI