I verbali del pentito Seminara |”La mappa della mafia catanese”

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12 Febbraio 2015, 05:02

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CATANIA- Davide Seminara, uomo fidato della mafia che comanda a Librino, da qualche mese collaboratore di giustizia, continua ad affiancare i magistrati della Procura etnea nelle più importanti indagini sulla famiglia mafiosa Ercolano-Santapaola.

Interrogato dai Pm Rocco Liguori e Lina Trovato ha tracciato una vera e propria mappa della mafia catanese riconoscendo in un corposo album fotografico ex “colleghi” di malavita, amici e nemici. Ecco la prima parte dei verbali di Seminara.

Riconosce Salvatore Aiasecca, detto “Turi ca lente”, “fa parte del clan Santapaola -dice Seminara- gruppo del Villaggio, si occupa di estorsioni, è uno dei vecchi appartenenti al clan, lo conosco personalmente, sono state anche detenuto con lui, ho discusso di estorsioni”.

Il pentito riconosce “Armando da Civita, fa di cognome Angemi -dichiara- fa parte del gruppo della Civita del quale è stato responsabile dopo l’arresto di Orazio Magrì, durante la latitanzadel Magrì, il ruolo di responsabile lo copriva Castelli. L’ho riconosciuto personalmente, veniva spesso a San Cristoforo per discutere di estorsioni con Daniele Nizza”. “Angemi -aggiunge Seminara- si occupava in particolare di estorsioni, ricordo che ha avuto dei contrasti sia con Castelli, sia con Daniele Nizza, perché Angemi gestiva estorsioni nascoste”.

Marco Battaglia sarebbe “appartenente al Clan Santapaola, gruppo di Picanello, si occupa di stupefacenti, più volte ci siamo incontrati a Picanello per discutere di stupefacenti. Gestisce una piazza di spaccio a San Giovanni Galermo, ma rifornisce diverse altre piazze. L’ho conosciuto personalmente all’incirca nel 1997, è il cognato di mio zio ed è anche parente della mia compagna…è soggetto molto legato a Lorenzo Pavone”.

Salvatore Battaglia, secondo Seminara, “è appartenente al Clan Santapaola, gruppo del Villaggio, lui e suo fratello Marco sono componenti storici del gruppo. Suo cugino Giovanni Battaglia, nel corso di un colloquio, gli ha riferito che avrebbe dovuto ricoprire l’incarico di responsabile al posto di Luca Mirabella, volontà che è stata poi riferita a Saro Lombardo. Ad oggi, anche se detenuto, gestisce il gruppo del Villaggio, lui e suo fratello Marco sono componenti storici del gruppo”.

Battaglia avrebbe inviato “Molti bigliettini ad Andrea Nizza un paio di mesi fa da Bicocca, lamentandosi del comportamento di Andrea Nizza, che non mandava sufficienti somme di denaro ai vari componenti del gruppo; alcuni di questi bigliettini li ho letti personalmente”.

Esisterebbe un vero e proprio “sistema” per far uscire i bigliettini dal carcere durante i colloqui: “Vengono piegati -dice Seminara- e collocati all’interno dei bicchieri di plastica che poi, al termine dei colloqui, il famigliare riporta con sé”.

Il pentito Seminara confida ai magistrati che “quando si fa riferimento al termine sorella vuole indicare Andrea Nizza”.

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Altro componente del clan Santapaola sarebbe Davide Battiato, “gruppo di Picanello -dichiara Seminara- vicino a Giovanni Comis, si occupa principalmente di droga e rapine, lo conosco personalmente, in diverse occasioni ho discusso con lui di affari illeciti, più volte si è recato in visita da Fabrizio Nizza, ma quest’ultimo non ne aveva grande considerazione”.

C’è poi un certo “Giuseppe”, appartenente al Clan Santapaola secondo il collaboratore, “veniva spesso a parlare con i Nizza, con Benedetto Cocimano, di cui era uomo di fiducia. So che si occupava principalmente di droga, in quantitativi di chili, lo conosco personalmente, gestiva un bar a Catania nei pressi della Piaggio, dove in un’occasione mi ha ceduto un chilo e mezzo di cocaina”.

Guardando le foto predisposte dagli inquirenti, Davide Seminara individua “Alfio”, appartenente ai Santapaola, “gruppo di Acireale – Aci Catena. Ricordo che veniva spesso a San Cristoforo a parlare con Daniele Nizza e che nell’occasione, tra di noi si diceva <<ci sunu l’acitani>>, quindi nel gruppo si sapeva che era del gruppo di Aci Catena”.

Giorgio Cannizzaro, colletto bianco di cosa nostra sarebbe “un vecchio appartenente al clan Santapaola, gruppo San Giovanni Galermo, fratello di Nuccio Cannizzaro. Non l’ho conosciuto personalmente, ma me ne ha parlato Salvatore Gurrieri, un altro vecchio appartenente al clan. So che Giorgio Cannizzaro vive a Roma e che quando scendeva a Catania non voleva incontrarsi con nessuno per restare “riservato”.

Davide Seminara ha riconosciuto in foto anche Filippo Scalogna, “clan Santapaola, gruppo del Villaggio Sant’Agata; io e Davide Licciardello portavamo lo stipendio mensile di 750 euro a sua moglie”.

L’elenco dei “picciotti” riconosciuti da Davide Seminara è ancora lungo e servirà ai magistrati per trovare importanti riscontri ai processi e alle indagini in corso.

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