19 Novembre 2020, 07:01
2 min di lettura
PALERMO – Ufficialmente sono due organizzazioni di volontariato impegnate nel trasporto dei pazienti dializzati ed invece sarebbero state gestite come vere e proprie imprese. Non solo: grazie a un patto illecito avrebbero truffato l’Azienda sanitaria provinciale ottenendo più rimborsi del dovuto.
I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno arresta sei persone. In carcere finiscono Pietro Corrao, 63 anni, Saverio Marchese, 55 anni, e Salvatore Scavone di 60. Arresti domiciliari per Beniamino Cusimano, 75 anni, Concetta Teresi, di 62 e Marilena Scalia, 48 anni.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Salvo De Luca e dai sostituti Bruno Brucoli e Andrea Fusco.
Corrao, Marchese, Scavone e Cusimano sono indagati per falso e associazione a delinquere, Teresi per associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture ed infine Scalia per truffa e frode nelle pubbliche forniture.
Scavone da aprile 2019 percepisce 400 euro al mese di reddito di cittadinanza che sarà subito sospeso.
Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo dell’Associazione di Volontariato Emergency Leader Onlus – “Avel” – e della Confraternita di Misericordia, che da oggi sono affidate ad un amministratore giudiziario.
Le indagini svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno fatto emergere che la “Avel” svolgeva per conto dell’Asp di Palermo il servizio di trasporto emodializzati. Dietro la finta Onlus si nascondeva un’impresa con turni di lavoro e stipendi anziché rimborsi, gestita di fatto da Corrao e Marchese, già condannati per traffico di droga aggravato dall’avere agevolato Cosa Nostra.
Per ottenere il rilascio della necessaria certificazione antimafia gli indagati avevano fatto carte false, attribuendo formalmente l’incarico di presidente a Cusimano, che è incensurato.
Dalle indagini è pure emerso che era stato messo in piedi un “cartello” fra i rappresentanti di sette associazioni palermitane che svolgono il servizio di trasporto dei malati. A gestirlo le due donne arrestate, Teresi e Scalia, referenti della Confraternita di Misericordia.
Il patto illecito viaggiava su una chat Whatsapp e prevedeva che i vari rappresentanti delle Onlus rifiutassero, dichiarandosi indisponibili, il trasporto “collettivo” dei pazienti, per eseguire solo il più remunerativo trasporto “singolo” dei malati. E così l’Asp pagava più rimborsi che per l’Avel ammontano complessivamente a poco meno di 4 milioni di euro in sei anni.
“L’odierna attività conferma come la guardia di finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo – spiega il colonnello Gianluca Angelini – continui ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando, soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese, la tutela degli operatori economici, dei lavoratori onesti e rispettosi delle regole e delle fasce più deboli ed esposte a rischio della popolazione”.
Pubblicato il
19 Novembre 2020, 07:01
vai a questa pagina