18 Settembre 2014, 13:53
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PALERMO – “Lo Ial continua, suo malgrado, ad essere protagonista sui giornali di una campagna costruita il più delle volte su informazioni sbagliate o destituite di qualsiasi fondamento come, per ultimo, la decisione adottata lo scorso 10 settembre dal TAR Palermo rispetto alla richiesta di IAL Sicilia di sospensione cautelare del provvedimento di revoca dell’accreditamento transitorio in deroga”. Lo si legge in una nota dello Ial. “Su questo tema – prosegue la nota – i legali dello IAL, in una nota precisano: “ Si è del tutto erroneamente affermato che il rigetto della richiesta di sospensione cautelare presentata da IAL Sicilia avrebbe confermato l’esistenza di gravi e reiterate carenze e/o irregolarità nella gestione e rendicontazione delle attività formative e orientative accertate a seguito di controlli e verifiche espletate. Al contrario, la questione delle presunte irregolarità nella rendicontazione delle somme percepite dall’ente negli anni 2010/2011 era stata già risolta in senso positivo da parte di un tavolo tecnico istituito presso la Regione per valutare la documentazione che per la prima volta era stata richiesta a IAL, in ottemperanza a quanto stabilito dal Consiglio di Giustizia Amministrativa con l’ordinanza n. 3/2014, che aveva imposto alla Regione di assegnare a IAL un nuovo termine per il deposito della rendicontazione. Il tavolo tecnico aveva accertato che IAL Sicilia non aveva commesso alcuna irregolarità nella rendicontazione negli anni 2010-2011. All’esito di tale procedimento istruttorio, la Regione aveva, tuttavia, disposto una nuova revoca dell’accreditamento temporaneo in deroga sulla base di nuovi rilievi, mai in precedenza formulati, che nulla avevano a che vedere con la rendicontazione delle somme per l’anno 2010/2011, ma riguardano mere irregolarità nella tenuta della contabilità separata. Per chiedere l’annullamento di tale provvedimento IAL Sicilia si è nuovamente rivolto al TAR Palermo, che, con l’ordinanza cautelare del 10 settembre, non è entrato nel merito di tale vicenda, ma ha ritenuto, stante la sede cautelare, di non accogliere la richiesta di sospensione del provvedimento di revoca dell’accreditamento temporaneo in deroga. L’interesse all’annullamento della revoca dell’accreditamento temporaneo in deroga è fortissimo per IAL, stante l’ingiustizia e l’illegittimità dei provvedimenti di cui l’ente è stato destinatario”.
“La rinuncia al ricorso per l’ottemperanza proposto dinanzi al Consiglio di Giustizia – prosegue il comunicato dell’ente -, alla quale pure si è fatto riferimento negli articoli di giornale dandone una spiegazione falsa e del tutto inverosimile, è stata disposta per motivi di natura processuale, in quanto l’adozione di un nuovo provvedimento di revoca per ragioni diverse da quelle in precedenza dedotte ha reso improcedibile il giudizio di ottemperanza, costringendo per l’ennesima volta IAL a rivolgersi al TAR Palermo”. Con riferimento alla notizia relativa al definanziamento di otto corsi, e al conseguente risparmio per la Regione Siciliana, intendiamo rettificare la notizia, interpretata come è prassi quando si parla dello IAL, in modo scorretto e artificioso. Lo IAL SICILIA ha avuto approvati e finanziati, nell’ambito della seconda finestra dell’Avviso 19/2011, otto corsi destinati ai minori che avevano frequentato il primo o il secondo anno in precedenza. Tali corsi, quindi erano in continuità con un percorso di istruzione e formazione avviato, con allievi reali i cui dati anagrafici sono stati inseriti nei progetti di riferimento, e che non rendiamo noti per evidenti ragioni di privacy. Il mancato avvio è stato conseguenza del provvedimento di revoca e della negata autorizzazione, formalmente inviata dalla stessa amministrazione regionale, alla richiesta di avvio da parte dell’Ente. Pertanto lungi dal parlare di stangata per lo IAL, per corsi non autorizzati, o di risparmio per la Regione, è probabilmente più corretto parlare di stangata per i minori, e per le famiglie, che non hanno potuto completare il loro diritto/dovere all’istruzione e alla formazione professionale, e hanno visto lesi il primario diritto riconosciuto in qualsiasi paese civile. La partita è dunque ancora aperta – conclude la nota – e l’ente continuerà a sostenere con forza la legittimità e la correttezza del proprio operato, in attesa che la vicenda sia chiarita in tutti i suoi passaggi dalle competenti Autorità giudiziarie.
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18 Settembre 2014, 13:53