20 Dicembre 2013, 06:00
1 min di lettura
CATANIA. Rimarranno in carcere Vincenzo Musumeci, Oualid Laabadi e Riccardo Calabretta, e con loro anche Massimo Zingale, Francesco Costa ed i fratelli Orazio e Cosimo Marino, accusati a vario titolo di traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi da sparo e reati contro il patrimonio, nell’ambito dell’inchiesta sfociata nell’operazione “Idria”, condotta lo scorso 28 novembre dai carabinieri della Compagnia di Giarre e coordinata dal sostituto procuratore di Catania Rocco Liguori. Così ha deciso la quinta sezione penale del Tribunale del Riesame di Catania, presieduto da Gabriella Larato. I giudici, pur escludendo l’aggravante dell’uso delle armi, hanno confermato il reato associativo a carico di Musumeci, Laabadi e Calabretta. “Aldilà dei singoli episodi di detenzione e di spaccio – ha dichiarato Marisa Ventura, legale di Oualid Laabadi – a mio parere l’ipotesi associativa è infondata quindi il ricorso per cassazione si fonderà su questa motivazione”. Anche l’avvocato Giovanni Spada, difensore di fiducia di Riccardo Calabretta, annuncia il ricorso per cassazione.
Il Riesame ha confermato anche gli arresti domiciliari per Marco Giammona, ritenuto dall’accusa uno dei pusher di piazza. Unica eccezione per Davide Catanzaro, anche lui fino a ieri ai domiciliari per spaccio. I giudici hanno infatti annullato l’ordinanza del gip e disposto l’immediata scarcerazione del 22enne. “Sono molto soddisfatto dell’annullamento del provvedimento custodiale del mio assistito – ha dichiarato il legale Michele Pansera – che ritorna in libertà proprio alla vigilia del Natale. Attendo la stesura della motivazione dell’annullamento per eventuali e successive valutazioni di natura processuale”.
Lunedì prossimo il Riesame esaminerà il ricorso proposto dal legale Salvo Sorbello, difensore di Emanuele Mercurio, costituitosi ai carabinieri di Giarre lo scorso 3 dicembre.
Pubblicato il
20 Dicembre 2013, 06:00