21 Febbraio 2023, 11:49
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Caro Presidente La Russa, citiamo le sue parole, già citate da tutti, rilasciate nel corso di una intervista con Francesca Fagnani per ‘Belve’: ‘Se mio figlio mi dicesse di essere gay? Accetterei con dispiacere la notizia. Perché credo che una persona come me, eterosessuale, voglia che il figlio gli assomigli. Ma se non succede, pazienza. Sarebbe come se fosse milanista”
Caro Presidente, oltre il suo ‘umorismo’, ma ci ha pensato a come potrebbero risuonare le sue convinzioni personali in un contesto in cui la discriminazione è ancora forte? Teoricamente, non esiste. Abbiamo tutti amici gay, no? Siamo tutti per i diritti, giusto? Ma poi ci sono gli stereotipi, le barzellette, le battute da caserma. C’è tutto un contesto che si definisce ‘sorridente e leggero’ che isola le persone gay con la violenza di beceri luoghi comuni. Con gli scherzi da bar che possono ferire in profondità, specialmente, i figli, in un momento di fragilità.
Tutte le parole andrebbero, perciò, meditate con cura, nel tentativo di comprendere quanto potrebbero scavare nel cuore degli altri. Presidente La Russa, un figlio o una figlia gay sono esseri umani che avranno bisogno di più coraggio, di più forza e che matureranno una sensibilità speciale nei confronti dell’emarginazione degli altri, avendola subita in proprio. Saranno, insomma, più generosi e più attenti alle cose da dire. Ecco perché avere una figlia o un figlio gay è – per usare un termine appropriato e molto in voga dalle sue parti – un onore. (rp)
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21 Febbraio 2023, 11:49