06 Giugno 2011, 16:18
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“Il 118 siciliano è un modello per l’intero Paese, un giudizio che ci è stato riconosciuto da più parti a conferma della bontà del lavoro svolto in questi ultimi anni: un risultato ottenuto grazie a una nuova metodologia di lavoro che prevede il rispetto delle regole, la trasparenza, la conoscenza, la programmazione e l’innovazione”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute Massimo Russo chiudendo a Taormina il convegno, organizzato dal Sindacato medici italiani, sul tema “Il 118 in Sicilia: un modello per l’Italia”, concluso dal segretario nazionale Salvo Calì che ha parlato della “necessità di qualificare ulteriormente il servizio attraverso la formazione universitaria specialistica e l’utilizzo di personale medico dedicato”.
“Non possiamo dimenticare – ha aggiunto l’Assessore – da dove siamo partiti e che cosa abbiamo ereditato. Con la legge di riforma del sistema sanitario abbiamo delineato anche la fisionomia del nuovo 118. Bisognava riportare a sistema tante componenti frammentate e lo abbiamo fatto con un apposito servizio in assessorato, con l’analisi dei fabbisogni, le linee guida e un vero e proprio piano industriale: insomma, una rivoluzione, anche culturale. Certo, abbiamo ancora molta strada da fare in un’ottica di razionalità e di efficienza. L’obiettivo è quello di realizzare nei prossimi due anni un sistema in cui tutto ruoti attorno alla Seus, a cui fanno capo elicotteri, sedi operative e personale”.
Secondo Russo “anche l’aspetto formativo dovrà prima o poi fare capo alla società (che è interamente a capitale pubblico, essendo gestita per il 51% dalla Regione siciliana e per il restante 49% dalle aziende del sistema sanitario) attraverso l’istituzione di master biennali di secondo livello in sinergia con gli atenei siciliani. Entro ottobre, oltretutto, daremo vita in Sicilia a un centro di simulazione che si candida a essere centro di formazione per il Mezzogiorno e il Mediterraneo”.
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06 Giugno 2011, 16:18