Il binario quattro

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22 Settembre 2013, 10:46

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Questa mattina la stazione di Palermo era illuminata da un’insolita luce.

Anche le nubi settembrine cariche di pioggia si sono diradate, lasciando che il sole scaldasse il cammino dei viaggiatori in partenza.

Il treno in arrivo al binario quattro è stato accolto con gioia e allegria da decine di volontari, fratelli e sorelle, medici e pellegrini di tutte le età, pronti ad intraprendere un viaggio straordinario verso Lourdes e dentro sé stessi.

L’euforia che si percepisce rende l’atmosfera elettrica, dall’esterno il clima è leggero come il petalo di una rosa e sembra di assistere all’inizio di una vacanza, più che di un pellegrinaggio.

Lo sguardo dei passanti si sofferma sui saluti che si scambiano le persone al binario quattro. Impossibile non notare le divise bianche e azzurre delle sorelle, le sedie a rotelle, le dita delle mani di una ragazzina, immobili mentre stringono con forza un oggetto invisibile.

Intorno al binario quattro l’aria è come più densa.

Chi non si aspettava di incontrare questa folla bizzarra resta immediatamente sorpreso, si domanda chi siano e dove stiano andando.

Prima ancora di capire però, chi passa da lì si sente stringere il petto in una morsa. Come se tutta la potenza di una sensazione improvvisa ci sbattesse contro. Senza volerlo, senza averlo desiderato, si diventa il pubblico della prima fila allo spettacolo della vita, quella vera.

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Ci si lascia convincere dalla commozione e ci si lascia intenerire da impercettibili gesti di generosità gratuita tanto da ritrovarsi avviluppati, tanto da caderci dentro, da abbandonarsi, a quella sensazione.

Perché è così al binario quattro, ti senti compresso il corpo, scoppiare la testa, dall’amore puro, quello di chi non conosce le nostre piccole meschinità, di chi abita oltre il confine della piccolezza umana.

L’amore puro è un pugno al centro dello stomaco, è quello specchio che restituisce con estrema precisione forma e contenuto della propria anima e che nessuno ama guardare davvero.

Al binario quattro non ci si scontra soltanto con questo specchio, ma anche con le sfumature che assume la cattiva sorte o, se vogliamo, la crudeltà del gioco di Natura. Ma sembra che nessuno noti questi particolari. Nessuno ha smesso di sorridere per un attimo, nessuno ha assunto quella tipica espressione rammaricata alla vista degli inconfondibili segni del sacrificio. Nessuno al binario quattro sembra essere preoccupato o infelice.

Sanno che, probabilmente, anche se il loro destino è scritto nel vuoto di un arto mancante, nell’impossibilità di comunicare verbalmenteessere possono essere felici delle piccole cose, sanno emozionarsi e gioire più di quanto noi, esseri per nulla speciali, sapremo fare mai.

Al binario quattro sanno che i miracoli sono una favola alla quale attaccarsi ma che è soltanto la fede è in grado di guarire le ferite della vita.

Al binario quattro, mondo parallelo, ingresso simbolico verso altre dimensioni, non c’è che la voglia di stare bene, di sentirsi gonfiare il cuore provando sentimenti dimenticati come la gratitudine o la soddisfazione per aver dato..

Il treno poi, ha lasciato il binario quattro, portando con sè emozioni talmente intense da essere dolorose da esprimere e lasciandosi dietro solo parecchio fumo.

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22 Settembre 2013, 10:46

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