Dal successo al rischio chiusura | Alajmo: "Fondi o mi dimetto" - Live Sicilia

Dal successo al rischio chiusura | Alajmo: “Fondi o mi dimetto”

"Sono avvilito - dice il direttore artistico Roberto Alajmo - se a settembre non sarò nelle condizioni di varare la stagione che ho già pronta, lascio la direzione artistica del teatro".

teatro biondo
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PALERMO – Un teatro tornato al successo grazie a una stagione dai grandi numeri, con spettacoli da tutto esaurito e incassi che non si vedevano da anni. Un teatro che però rischia di chiudere definitivamente i battenti, proprio nel momento in cui sembrava sul punto di risorgere. E’ una storia ben strana quella del Biondo di Palermo, lo Stabile di via Roma che nel giro di un anno è tornato all’antico splendore con la direzione artistica di Roberto Alajmo.

Ma quello che potrebbe essere, a buon diritto, il simbolo della ripresa della cultura nel capoluogo siciliano, rischia di dover cessare del tutto le sue attività, che oggi risultano già sospese, per la mancanza di fondi da parte dei soci pubblici. Un destino paradossale, come ammette lo stesso Alajmo, che però rischia di diventare concreto se la Finanziaria regionale non confermerà uno stanziamento di almeno tre milioni di euro.

“Se a settembre non sarò nelle condizioni di varare la stagione che ho già pronta, mi dimetto – dice Alajmo a Livesicilia – non sono disponibile a gestire un teatro che non fa teatro”. Un grido d’allarme che non è certo nuovo ed era stato lanciato già due mesi fa, quando i vertici dello Stabile avevano comunque tracciato un bilancio roseo della stagione: 85.995 spettatori rispetto ai 51.271 del 2013 (+68%); 3.917 abbonati rispetto ai 1.470 dell’anno scorso (+166%); 53 spettacoli fuori abbonamento contro i 7 del 2013 (+657%); 65 recite in trasferta rispetto alle 6 della precedente stagione (+983%), ancora non tutte realizzate; 647.331 euro di incasso totale contro i 313.590 del 2013 (+106%); 306.621 euro dallo sbigliettamento rispetto a 189.525 (+62%); 2530500 euro di ricavi dagli spettacoli per il prossimo anno (+1107%).

Numeri che raccontano una rinascita che fa a pugni però con la situazione finanziaria. Perché se il comune di Palermo ha finora anticipato un dodicesimo del suo contributo da 1,7 milioni, che sarà confermato in bilancio, la Provincia fa orecchie da mercante rispetto al contributo da 700mila euro e la Regione potrebbe decidere di tagliare quello da 3,3 preventivato. “Bisogna capire se la Finanziaria regionale darà meno soldi dello scorso anno – aggiunge Alajmo – non si sa quali saranno i finanziamenti. L’attività per il momento è sospesa”. Il teatro avrebbe comunque bisogno di almeno tre milioni dall’Ars.

I lavoratori, una cinquantina, continuano a percepire gli stipendi grazie alle anticipazioni bancarie su cui però maturano continuamente gli interessi che si aggiungono al debito pregresso. Le sole spese di funzionamento ammontano a cinque milioni l’anno. “Capisco la crisi che sta attraversando la Sicilia, ma se i teatri chiudono qualcuno deve prendersene la responsabilità – spiega il direttore artistico – se a settembre non sarò nelle condizioni di varare la stagione che ho già pronta, mi dimetto”. Anche perché a settembre dovrebbe partire la campagna abbonamenti, ma l’incertezza dei fondi mette tutto a rischio. “Ci sono teatri che fanno abbonamenti già da mesi – continua Alajmo – stiamo dando loro un po’ di vantaggio. L’anno scorso abbiamo cominciato a novembre, la nostra non è nemmeno una concorrenza visto che facciamo campagna quando gli altri l’hanno già finita. Inoltre, se a ottobre non faremo il giusto numero di recite e repliche, sarà a rischio per il prossimo anno anche il contributo ministeriale”. A gennaio, inoltre, la fondazione Teatro Biondo potrebbe decidere di riprendersi lo Stabile di via Roma. “E’ un problema che ci porremo fra sei mesi, per ora ci sono problemi più urgenti – conclude – sono avvilito. Dovrebbe essere impossibile per un teatro in ripresa chiudere i battenti, ma temo diventi possibile perché siamo nella terra dei paradossi. Io voglio essere ricordato come quello che ha fatto la stagione della risurrezione, non del seppellimento. Se non arrivano certezze, restituisco le chiavi a settembre”.


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